Sarközy versus Commissione europea

set 20th, 2010 | Di | Categoria: Politica Internazionale

[Ancora i Rom come capro espiatorio, questa volta continentale]

di Eugenio Orso

E’ possibile che alcuni ricordino l’”offensiva” mediatico-repressiva contro i Rom stanziati in territorio italiano, sviluppatasi durante il 2008.

All’epoca, profondamente e sinceramente colpito dalla questione, dalle repressioni nei confronti di questa sparuta minoranza, dalla sua inaccettabile criminalizzazione integrale, ho scritto un articoletto senza troppe pretese dal titolo “Crimine, esclusione e marginalità” [fra i diversi link presenti nel web, ne segnalo uno a beneficio dei pochissimi che vorranno approfondire: http://anchesetuttinoino.splinder.com/post/17575080/crimine-esclusione-e-marginalita], in cui affrontavo la questione dei Rom, assunti all’epoca come simbolo della piccola criminalità diffusa e soprattutto come comodo capro espiatorio, non da esperto ma pur sempre da un mio originale punto di vista.

Voglio citare di seguito qualche significativo passaggio dell’articolo in questione:

Un crescendo di episodi di intolleranza, nei confronti degli zingari presenti in Italia, ha creato un nuovo caso mediatico, che si innesta furbescamente, per ragioni propagandistiche e di audience, su un problema effettivamente antico, e un’ulteriore strumentalizzazione di questioni sentite nel malconcio paese reale, quali i diritti alla sicurezza e alla buona vita della popolazione residente, da parte di quella politica che definisco senza mezzi termini ufficiale e “di sistema”. Il caso Rom non può non essere ricordato, perché emblematico di come la questione sicurezza è trattata e, assieme ad altri numerosi casi generati dai recenti flussi migratori (ad esempio i rumeni e i cinesi), è utilizzata dai poteri mediatico e politico a loro uso e consumo.

Queste considerazioni ed altre che ho sviluppato all’epoca possono valere, almeno in parte e tenendo in debito conto le differenze fra la società italiana e quella francese, per la recente offensiva dell’esecutivo di Sarközy che si è spinto fino ad organizzare le espulsioni/ deportazioni di alcune migliaia di zingari.

L’intervento e le proteste della commissaria europea alla giustizia e per la cittadinanza, la lussemburghese Viviane Reding, appoggiata dal presidente della commissione José Manuel Barroso, oltre a portare all’apertura di una procedura comunitaria di infrazione nei confronti della Francia, hanno scatenato la reazione di un Sarközy in vistosa difficoltà interna e deciso a recuperare popolarità con iniziative propagandistiche [e nei fatti anche spietate], il quale ha consigliato alla Reding senza parafrasi di accogliere i Rom nel suo piccolo e ricco Lussemburgo, mostrando in ciò una grazia tipicamente berlusconiana.

Ed infatti proprio Berlusconi è stata la prima “personalità” ad appoggiarlo, nel confronto con quella commissione europea che è l’espressione politica sopranazionale, nonché il “cane da guardia” contro le possibili rivendicazioni dei popoli, dei grandi interessi finanziario-globalisti nel vecchio continente.

Oltre all’appoggio di Berlusconi e dei berluscones, e naturalmente dei leghisti bossiani assetati di sangue Rom perché gli zingari abitualmente rubano [come se gli amministratori padano-leghisti non lo facessero su scala ben più ampia …], il presidente francese ha incassato l’approvazione della Repubblica Ceca e dell’Ungheria, ben poca cosa rispetto a quelle che erano le sue probabili attese.

Il casus belli esploso a livello continentale, oltre a porre indubbiamente interrogativi di natura etica, ci consente di fare alcune doverose osservazioni e di trarre qualche conclusione, si spera non del tutto irrilevante.

Si può cominciare da una semplice domanda, che riguarda sia i francesi sia gli italiani, ed anche molti altri popoli europei, lasciando la risposta ad un buon senso comune che dovrebbe ancora essere minimamente operante fra noi:

Da chi vengono i danni e le ruberie maggiori che subiscono gli italiani ed anche i francesi? Dalla piccola politica di sistema che ha accesso alle risorse pubbliche, leghisti “padani” e xenofobi francesi compresi nel novero, o dai Rom che in Italia sono meno di duecentomila ed in Francia circa quattrocentomila, in gran parte stanziali e non nomadi, mentre gli “occupati in politica” nella sola penisola, dove il malcostume nella gestione della cosa pubblica è ben più rilevante che in Francia raggiungendo record europei e mondiali, tendono al mezzo milione di unità?

Si può porre una seconda domanda, lasciando anche in tal caso la risposta a chi legge e fidando nella presenza, in lui, di un minimo grado di buon senso:

Non sembra forse che i Rom rappresentino un fin troppo facile bersaglio, il più comodo capro espiatorio, eletto quale simbolo della criminalità dilagante e dell’insicurezza conseguente, sfruttando così la paura di massa che la crisi amplifica, ed utili “vittime sacrificali” per nascondere l’incapacità di politicuncoli cialtroni nell’affrontare i temi epocali dell’immigrazione, che non nasce certo dal nulla, o da subdoli progetti d’invasione terzomondismi, ma che è indotta dalle dinamiche inesorabili di questo capitalismo?

Infine, un’ultima domanda:

Quello di Sarközy e del suo entourage politico è veramente un atto di coraggio e nel contempo di insubordinazione nei confronti dei subagenti politici globalisti della Commissione europea, la quale formalmente e pelosamente tutela giustizia e cittadinanza e garantisce il rispetto dei cosiddetti diritti umani, finanche dei clandestini e dei ladruncoli, nel quadro culturale graditissimo alla Global class finanziaria di una società aperta e multirazziale, sempre più simile, guarda caso, a quella nordamericana?

La risposta questa volta voglio darla io ed è sicuramente no, nel senso che non è affatto un coraggioso atto di ribellione, ma anche un secco no, categorico e perentorio, chiede di essere adeguatamente motivato.

Anzi, non solo non si tratta di un atto di coraggio politico e di un’affermazione di “indipendenza” dagli organi globalistico-finanziari dell’Unione Europea, ma rappresenta esattamente il suo contrario.

Sarközy non ha il coraggio di violare nella sostanza il tabù della società aperta, ed infatti se la prende con quelli che sono forse i più invisi fra gli immigrati, minoranza fra le minoranze, reietti fra i reietti, e cioè gli zingari, così come è stato fatto a suo tempo in Italia [2008] con interventi repressivi e smantellamenti brutali di campi nomadi.

Questa azione niente affatto coraggiosa – infierire sui più deboli, ancorché talvolta ladruncoli per ragioni di sopravvivenza e per costume inveterato – gli consente di spostare l’attenzione dagli scandali che in questi ultimi tempi hanno minacciato di travolgerlo, assieme al suo esecutivo, e di fingere per far risalire il suo gradimento personale [la sua “audience”, lo”share”, ed in ciò si dimostra simile all’”amico” Berlusconi] un intervento serio e decisivo a favore della sicurezza futura e della “buona vita” dei francesi, il che non è.

Questo colpo che ha un sapore indubbiamente propagandistico, in quanto l’allontanamento forzato di qualche migliaio di zingari, fra i quali alcuni ladruncoli, non può certo riportare stabilmente serenità, sicurezza e completa pace sociale in Francia, ma può servire, oltre che per gli scopi anzidetti, per spostare consensi elettorali dal vecchio Front National al partito di governo, l’UMP, ed a garantire il consenso della parte più xenofoba della società francese onde coprire i sopraggiunti vuoti di consenso in altre aree.

Si tratta, per Nicolas Sarközy, di far dimenticare il caso Liliane Bettencourt, L’Oréal, Paris, i finanziamenti illeciti dall’anziana magnate erogati all’UMP, le recenti perquisizioni nella sede del partito di maggioranza, il coinvolgimento di ministri e dello stesso presidente, tenuto conto che qui ci può non essere un avvocato Mills da condannare, in luogo dell’interessato, oppure un fratello disposto ad andare in galera per suo conto.

Il ministro francese del bilancio e uomo di fiducia del presidente, Eric Woerth, sembra coinvolto fino al collo nella vicenda dei finanziamenti illeciti, ed è quello che deve far passare la riforma delle pensioni in Francia, penalizzante e de-emancipante per i francesi.

Meglio parlare delle espulsioni dei Rom, quindi, che degli scandali che minano la credibilità del governo, e meglio che l’attenzione sia assorbita dal “braccio di ferro” con la Commissione europea, piuttosto che si concentri sulla riforma delle pensioni.

Ma si tratta anche di fingere [e solo di fingere, bene inteso] sovranità nazionale, indipendenza, attenzione per i problemi dei francesi, senza mettere in discussione seriamente il potere globalista-finanziario, il vero potentato che regge oggi le sorti dell’occidente, le sue pesantissime ingerenze negli affari nazionali dei popoli d’Europa e le basi costitutive della società di mercato, espressione di questo nuovo capitalismo.

E’ chiaro che né Sarközy né Berlusconi metteranno mai in discussione l’esproprio di sovranità monetaria da parte di quel organo della mondializzazione che è la BCE, né procederanno ad ampie nazionalizzazioni di industrie private o privatizzate per far fronte alla crisi che avanza e alle cadute occupazionali, in ciò perfettamente allineati con le “classi politiche” di gran parte dell’Europa occidentale e centro-orientale, assolutamente interne alle logiche UE ed attente anzitutto agli interessi sovrani dei globalisti anglo-americani.

Vi è qualche traccia di coraggio, di fiera indipendenza da poteri esterni più grandi, in chi usa in questo modo alcune centinaia di migliaia di poveracci di zingari anzitutto per i propri, inconfessabili scopi politico-elettorali e di immagine?

Questo vale sia per Sarközy, impegnato in un “braccio di ferro” con il ramo globalista occidentale europeo [leggi Commissione, Barroso, Reding, eccetera], sia per Berlusconi, il cui governo, in testa l’osceno ministro degli interni Maroni, ha affrontato nella penisola a modo suo l’”emergenza Rom”, creando un tristo precedente e porgendo un esempio che può essere seguito da altri.

Per concludere, gli zingari, Rom o Sinti o appartenenti agli altri gruppi minori, non costituiscono certo “il problema dei problemi”, neppure in relazione ai flussi migratori e all’alterazione progressiva della composizione delle popolazioni europee, ma bensì un comodo diversivo per nascondere agli occhi di masse sempre più flessibilizzate/ idiotizzate, e non di rado bestializzate, “il problema dei problemi”, sul quale i due locali caporioni prima citati non hanno né alcun potere né alcuna volontà di intervento.

La differenza fra i Rom e quello che ho definito sinteticamente e simbolicamente il “problema dei problemi” è grossomodo la stessa differenza che corre fra un nemico inventato, o comunque del tutto secondario, e il Nemico Principale, quello autentico e più pericoloso.

Qualsiasi processo politico di cambiamento ed emancipazione – ad esempio, liberarsi dalla dittatura UE/ UEM/ BCE come espressione del potere globalista in Europa –, se non proprio autenticamente rivoluzionario, dovrebbe prendere le mosse da un corretta individuazione del Nemico Principale, dalla conoscenza dello stesso e, come logica conseguenza, dall’individuazione delle forme di lotta più efficaci per contrastarlo.

Se l’attenzione si concentra su di un nemico inesistente, creato ad hoc per depistare e nascondere le vere cause del disagio, o su di un nemico del tutto secondario che può assumere la funzione del classico “capro espiatorio”, la lotta può considerarsi già persa in partenza.

Queste cose gli “strateghi” globalisti le sanno bene e quindi è anche nel loro interesse alimentare la polemica fra la commissione europea [i loro subagenti politici in Europa, il presidente portoghese José Manuel Barroso, la commissaria lussemburghese per diritti e cittadinanza Viviane Reding], da un lato, e il discusso Sarközy supportato dal “discolo” Berlusconi [nonché dalla repubblica ceca e dell'Ungheria] dall’altro, onde distogliere convenientemente l’attenzione dell’”opinione pubblica” europea da questioni ben più cruciali, e nel contempo riaffermare l’immagine di un’Europa “garantista”, “avanzata” sul piano delle tutele e civilissima, che difende inflessibilmente i diritti individuali ed “umani” di tutti, anche contro spiacevoli rigurgiti “populisti”[?] interni.

Ed allora verrebbe da chiedersi, davanti ad un’Europa squisitamente monetaria e finanziaria, che però è tanto zelante nella difesa dei diritti umani e civili garantiti a chicchessia:

Perché non si apre una procedura di infrazione anche nei confronti di quei paesi in cui si applica diffusamente la precarietà del lavoro, quale forma contemporanea schiavistica, per difendere con maggiore efficacia e sostanza i diritti fondamentali della persona – fra questi c’è o non c’è anche quello ad un lavoro tutelato e dignitoso? – ed in particolare quelli sacrosanti dei lavoratori, autoctoni o immigrati che siano?

La conclusione è che lo scrivente, come si spera tanti altri italiani e francesi onesti e critici, non sta e non può stare né dalla parte della Commissione europeo-globalista [ça va sans dire] né dalla parte del duo “populista” europoide Sarközy-Berlusconi [accoppiata di “discoli” come Pinocchio e Lucignolo], ma sta dalla parte delle popolazioni d’Europa non rappresentate da questa politica ed anche, provocatoriamente, dalla parte dei Rom e degli zingari, pur se in qualche caso ladruncoli.

Ad infima!

5 commenti
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  1. Buon articolo. Ne con Sarkozy, ne con la Reding! Alcuni sostenitori della sovranità nazionale sono con Sarkozy, contro Reding. Sarkozy e i suoi amici cercana ad apparire come dei difensori della Francia perchè ci sono molti Francesi ché diventano ostili all’UE. Pero, Sarkozy é il principale artigiano del trattato di Lisboa, lo stesso trattato che dà autorità alla signora Reding…. Tutti ipocriti. Il punto importante: Sarkozy viola la Costituzione francese che garantisca l’uguaglianza tra tutti indipendentemente dalle loro origini!

    Denis Collin

  2. Pe Denis Collin

    Il Sarközy che dovete sorbirvi voi, in Francia, non è certo l’unico “falso ribelle” in Europa, perché ne abbiamo un altro, qui, in Italia che è ancora più grottesco ed è un vero capo-scuola di ipocrisia e di istrionismo.
    Berlusconi, il pagliaccesco schermo mediatico di un gruppo di potere miserabile, si presenta al suo elettorato/ pubblico televisivo come il tutto e il contrario di tutto:
    Amico di quelli che sono considerati i “cattivi” dalle élite globaliste americano-occidentali [Putin, Gheddafi, Lukašenko, eccetera], paladino sull’italico suolo delle “libertà” [naturalmente di quelle liberal-liberiste: sfruttare il lavoro, estorcere plusvalore, evadere il fisco, eccetera] contro il comunismo, difensore dei confini nazionali da orde di migranti che premono alle porte, fedele alleato dell’America [poco importa se di G.W.Bush o di Obama], critico dell’euro ma sempre prono davanti ai diktat della Commissione, del FMI e della BCE.

    Berlusconi è soltanto un venditore che ha raggiunto vertici di ricchezza e potere che in genere sono irraggiungibili per chi vende set di pendole in diretta televisiva, o materassi ortopedici in offerta speciale.

    Mi creda, Collin, Berlusconi è ancor più disgustoso di Nicolas Sarközy … e inoltre non ha una “escort” del livello di Carlà.

    Saluti

    Eugenio Orso

  3. Sul maggiore livello di disgusto di Berlusconi rispetto a Sarkozy avrei dei dubbi. A livello puramente viscerale i leader della destra europea “bene”, alla Aznar o Sarkozy (per l’appunto), citati come espliciti riferimenti politici dalla fondazione fare futuro (Fini), mi risultano ancor più disgustosi e viscidi del nostro Berlusca. Tutti sono accomunati dalla stessa arroganza, iattanza, sciattezza, nonché dal comune progetto di distruzione e mercificazione della società e del lavoro. Berlscuoni, tuttavia, unisce a questi caratteri un’estremizzazione pagliaccesca che paradossalmente me lo rende meno disgustoso nel disgusto generale di questo tipo di umanità politica. Sarà un caso che le elite benpensanti europee nel criticare il Berlusca mettano sempre in primo piano proprio le sue miserie cialtronesche e pacchiane?

    Ovviamente è un discorso che lascia il tempo che trova. Nella sostanza trovo non ci sia differenza qualitativa a nessun livello di analisi tra un Sarkozy e un Berlusconi nella gestione rispettiva dei governi di Francia e Italia.

    Tornando invece al tema del buon articolo di Eugenio, volevo segnalare un aspetto della vicenda a mio avviso decisivo nel rivelare l’ipocrisia repellente delle istituzioni europee.
    Paesi come la Bulgaria e la Romania attuano da anni una politica realmente razzista e discriminatoria contro PROPRI cittadini, ovvero i Rom e i Sinti residenti in queste due nazioni. Tali politiche pseudo-naziste sono state tollerate e guardate con compiacenza dalla stessa UE che oggi tuona contro la Francia. Il meccanismo è chiaro: permettere lo sradicamente e l’espulsione per fomentare la società del caos, ma poi atteggiarsi a difensori dei diritti umani quando un capo di Stato propone una soluzione draconiana (e chiaramente iniqua ed ingiusta) al problema volutamente creato.

    E’ lo stesso identico meccanismo che si situa alla base delle politiche migratorie di quasi tutti i governi occidentali. Favorire l’immigrazione e poi reprimerla, secondo i diktat del capitale (in primis) e per creare capri espiatori della crisi sociale spostando a destra e su posizioni reazionarie l’elettorato.

  4. Per Lorenzo

    Vero che Romania e Bulgaria attuano/ hanno attuato una politica discriminatoria nei confronti degli zingari ivi stanziati da secoli.
    Non soltanto.
    La Bulgaria ha un “problema” con circa novecentomila [o forse un milione] di turco-bulgari.
    Anche in Italia vi è la discriminazione nei confronti degli zingari, pur in qualche caso cittadini italiani da generazioni, tenendo conto che i primi zingari dovrebbero essere apparsi nella penisola agli inizi del quindicesimo secolo.
    E non sono certo gli unici paesi europei ad assumere questi atteggiamenti …
    Ho accasione di frequentare a Monfalcone [fra Gorizia e Trieste] la casa di un amico che spesso ospita suoi conoscenti ungheresi, per lo più di Budapest e di fascia sociale media o medio-alta.
    Yancy e Juditte, ad esempio, sono una coppia di ungheresi di profilo sociale piuttosto alto, lui ingegnere “rentier” cinquantenne che non lavora più, e lei docente di lingua e letteratura italiana all’università di Budapest.
    Quindi non sono due sottoproletari dello jobbik ultranazionalista, il movimento per un’Ungheria migliore …
    Ebbene, le centinaia di migliaia di zingari che vivono in Ungheria, molto spesso con la cittadinanza, sono da loro considerati in toto dei corpi estranei, dei “drusi” o intrusi, eopinione condivisa anche se non sempre dichiarata – come invece fanno Yancy e Juditte – dalla maggioranza degli ungheresi, jobbik o non jobbik, colti o non colti.
    Questa situazione si incontra spesso in Europa perché gli zingari [Rom, Sinti, Gitani e altri] hanno e non di rado mantengono delle particolarità culturali che li rendono “non pienamente integrabili” nei paesi in cui si stabiliscono [ad esempio e banalmente, per loro non è immorale rubare ai non-zingari/ non-rom, che chiamano gagé, o meglio gádžo.
    Di recente, a Trieste c’è stato un caso di cronaca con furto d’auto, schianto contro il guard-rail con un morto giovanissimo, di quindici anni e di origine Sinti.
    Due giovani Sinti, della famiglia Cari o Kari [i noti "giostrai"], che vive stanziale in Friuli Venezia Giulia da generazioni, hanno rubato l’auto ad un pensionato e si sono schiantati. Uno dei due giovani era fuori dal carcere in licenza premio, mentre suo padre era a casa ai domiciliari.
    anche per tali motivo
    Anche per tali motivi, gli zingari sono [da sempre] i più esposti a strumentalizzazioni e rappresaglie.

    Di certo, il “coraggioso” Sarközy assieme ai suoi non avrebbepotuto fare la stessa cosa che ha fatto in relazione ai Rom con i margrebini, e credo che non gli sia passato neanche per la mente.

    Come sempre, Ad infima!

    Eugenio Orso

  5. Lorenzo Dorato, hai scritto che “paesi come la Bulgaria e la Romania attuano da anni una politica realmente razzista e discriminatoria contro PROPRI cittadini, ovvero i Rom e i Sinti residenti in queste due nazioni. Tali politiche pseudo-naziste sono state tollerate e guardate con compiacenza dalla stessa UE”. Vorrai per favore condividere alcuni dati, o alcune fonti che offrano esempi significativi di politica di stampo nazista nei confronti dei rom e dei sinti residenti in Romania, per esempio?… In Romania sono consentiti strumenti come quelli utilizzati dai nazisti per perpetrare l’olocausto?… Sono rumena, vivo in Romania, ed io personalmente disapprovo qualunque discriminazione tra gli esseri umani. Le discriminazioni razziste e xenofobe non hanno nessuna base (per quanto mi riguarda), e ricordo che l’UE raccomandava alla Romania di adottare specifiche politiche per contrastarle, e per integrare i rom.

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