“Bertolaso non mi freghi!”

ott 30th, 2010 | Di | Categoria: Resistenze

di Movimento per la Difesa del Territorio Area Vesuviana

Domani giornata di mobilitazione contro le discariche del parco nazionale del Vesuvio (no a cava vitiello, blocco e bonifica di cava Sari) e per un piano rifiuti radicalmente alternativo ed ecosostenibile. Quattro cortei partiranno da Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e Torre Annunziata per convergere sulla rotonda del presidio su via Panoramica. Le persone poi resteranno in presidio perchè è terminata la pausa degli sversamenti decisa da Bertolaso…

La mobilitazione è promossa dal coordinamento dei comitati e dei movimenti anti-discariche dell’area vesuviana con adesioni a carattere regionale.
(ricordiamo che oggi c’è stato anche lo sciopero cittadino e un nuovo corteo a san giuseppe vesuviano)

Il punto di partenza del Movimento Area Vesuviana è in piazza Sant’Anna a Boscotrecase. SI può arrivare in autostrada (uscita Torre Annunziata) o in circumvesuviana (linea per Scafati)

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A seguire la piattaforma con un comunicato del Movimento per la Difesa del Territorio Area Vesuviana e, in allegato, il manifesto:

- Immediata chiusura e bonifica della discarica ex-Sari nel parco nazionale del Vesuvio
- Impegno scritto per la non apertura della mega-discarica nella cava-Vitiello nel Parco nazionale del Vesuvio
- Costanti e quotidiane analisi delle falde acquifere, del suolo e del sottosuolo per ripristinare le compromesse condizioni ambientali e della salute
- Organizzazione e attuazione immediata di una vera raccolta differenziata porta a porta, con la necessaria filiera per il compostaggio, riciclo e il riuso dei materiali
- Impianti di Trattamento Meccanico-Biologico Manuale; Trattamento a freddo dei rifiuti al posto dell’incenerimento!
- Bonifica immediata delle aree inquinate
.-Processo reale di autorganizzazione e autodeterminazione delle comunità locali rispetto alla definizione di un nuovo piano rifiuti

coordinamento dei comitati e dei movimenti anti-discariche dell’area vesuviana

L’imbroglio

Dopo mesi di false dichiarazioni sulla fine dell’emergenza, il dittatore si è smascherato! La decisione di affidare nuovamente la risoluzione del problema rifiuti in Campania a Bertoladro e la sua inaffidabile cricca, decreta senza ombre di dubbi (per chi ancora ne avesse!) che l’emergenza non è mai finita e che si è pensato a nascondere piuttosto che affrontare il problema con serie politiche di gestione dell’intero ciclo dei rifiuti. Rinominare chi già ha gestito il malaffare mentendo spudoratamente sulla natura degli scarti conferiti in discarica, sulle misure di sicurezza per la realizzazione di un invaso a norma di legge, sui controlli adottati per prevenire l’inquinamento generalizzato del territorio, non ci rassicura per niente! In 16 anni di gestione straordinaria e 14 miliardi di euro spesi si sarebbe potuto dotare il sistema di smaltimento di serie strutture di riciclo dando lavoro a migliaia di disoccupati, avviare una virtuosa raccolta differenziata porta a porta, allestire siti di compostaggio per la frazione organica e scegliere il trattamento biologico a freddo come sistema di selezione dei rifiuti piuttosto che ingrossare le tasche della lurida lobby imprenditoriale/mafiosa per la costruzione di mega-inceneritori finanziati con soldi pubblici attraverso l’imbroglio dei cip6 (quota della nostra bolletta energia destinata, formalmente, alle fonti di energia rinnovabili).

La propaganda del cavaliere, di voler risolvere in 10 giorni (ne mancano già solo 6!) la crisi rifiuti, sbandierata in un consiglio straordinario dei ministri, senza minimamente accennare a percorsi di lungo termine che non prevedano discariche e obsoleti e inquinanti inceneritori come unica risoluzione del problema, è solo fumo negli occhi.

Anche il tentativo di concertazione con le parti interessate tenutosi ieri nell’incontro dal prefetto a Napoli si è rivelato l’ennesimo bluff ben architettato per spegnere la rivolta, l’ulteriore tentativo di spostare avanti nel tempo il problema senza assumersi nessuna responsabilità! Noi non ci stiamo! Rilanciamo con forza la chiusura immediata e definitiva della cava Sari e la bonifica dell’intero territorio. La lotta continuerà finchè questo non sarà fatto!

Nessun tentativo di criminalizzazione riuscirà a sortire l’effetto voluto: chi vuole dividere la piazza tra manifestanti buoni e cattivi fa il gioco del potere e rafforza il suo dominio. Non è accettabile che ogni qualvolta si materializzano, dal basso, movimenti di trasformazione sociale, la retorica fascista delle corporazioni affaristiche minaccia il pericolo per le istituzioni democratiche, imponendo il coprifuoco.

Violento non è chi scende in piazza a manifestare il proprio dissenso per le politiche criminali messe in atto dalle amministrazioni, sia di destra che di sinistra, al governo, ma è chi impartisce dall’alto l’ordine di caricare ogni sera – usando ingenti forze schierate in assetto antisommossa – i manifestanti indiscriminatamente: donne, uomini, giovani e anziani sono tutti vittime di questo stato assassino! Arresti, fermi, denunce e perquisizioni a pioggia sono i metodi messi in campo per intimidire la lotta. I reati contestati sono sempre gli stessi: adunata sediziosa, detenzione di esplosivi, oltraggio e resistenza al pubblico ufficiale. La repressione sembra essere l’unica forza di questa classe politica incapace e corrotta. Per mesi la popolazione ha protestato pacificamente per difendere il proprio diritto ad esistere. La decisione di aprire una seconda discarica sotto il Vesuvio è una scelta scellerata e incauta, uno schiaffo in faccia alla popolazione che ha generato un’indignazione tale da alzare il livello della protesta di chi da mesi sta mettendo in gioco i propri corpi e le proprie vite.

Il prezzo battuto all’asta di 14 milioni di euro è il valore stimato che il governo ha dato alla vita delle popolazioni vesuviane! Scendere in piazza per ribadire il nostro dissenso è l’unica cosa che resta da fare! Ribellarci con tutte le nostre forze per dire che non accetteremo nessuna compensazione, nessun compromesso, perché non c’è niente da trattare quando in gioco c’è il futuro di intere popolazioni, il riscatto di un territorio sfruttato e depredato fino all’osso.

CONTRO LA REPRESSIONE DELLE LOTTE SOCIALI

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