Gli immigrati salgono su una torre per protesta

nov 6th, 2010 | Di | Categoria: Resistenze

Comunicato stampa

 

5 novembre 2010

 

Gli immigrati salgono su una torre per protesta

 

Oggi 5 novembre 2010 siamo saliti sulla torre di via Imbonati anzitutto per manifestare la nostra solidarietà ai nostri compagni immigrati di Brescia, che da sabato scorso sfidano il freddo e le intemperie in un gesto estremo di protesta contro la condizione cui siamo costretti a vivere. La protesta di noi immigrati nasce infatti dalle profonde ingiustizie cui ci condanna lo Stato italiano, che attraverso la legge Bossi Fini non permette a chi lo desidera di regolarizzarsi e condanna molti di noi, che lavorano, alla condizione di clandestini, ora divenuta anche reato. 

La sanatoria del 2009 poteva aiutare alcuni di noi, ma è stata studiata e gestita non per permetterci di uscire dalla forzata clandestinità, ma per far trarre il massimo beneficio alle casse dello Stato (attraverso i contributi versati a fondo perduto e alla gabella dovuta per presentare la domanda di sanatoria, ovviamente non rimborsabile in caso di rifiuto) e a quegli imbroglioni, soprattutto italiani, che in cambio di molto denaro avevano garantito di sbrigare le pratiche e assicurarci il permesso di soggiorno. Così siamo stati truffati due volte: dallo Stato, e dai parassiti che in un paese come questo traggono dall’alto l’ispirazione per i loro loschi comportamenti, sicuri della propria impunità.

Inoltre, alla truffa si sta aggiungendo la presa in giro: molti di noi hanno visto rifiutarsi il permesso di soggiorno perché erano stati precedentemente trovati senza documenti e dunque macchiati del reato di “clandestinità”, oppure perché alla data di presentazione della domanda, più di un anno fa, avevano un contratto a tempo determinato (cosa che ci accomuna alla stragrande maggiornaza degli italiani che trovano lavoro in questi anni di precarietà diffusa) che ora, grazie alle lungaggini delle questure, sta per scadere e dunque non viene considerato “valido” per ottenere il permesso.

Noi però ci siamo stufati di essere trattati come bestie, sfruttati nei luoghi di lavoro per salari più bassi di quelli dei nostri colleghi, addetti ai lavori più duri e dequalificati anche se abbiamo lauree e professionalità alte, guardati sempre male se camminiamo per la strada o chiacchieriamo nelle piazze come sse fossimo tutti delinquenti, e in più spremuti quando serve fare cassa da uno Stato che in cambio non ci dà nulla, nemmeno la dignità di essere riconosciuti come persone e non come “stranieri”.

Per questo ora diciamo basta, chiediamo il rispetto che si deve a persone che lavorano, pagano le tasse, contribuiscono alla ricchezza del paese e al benessere di questa Italia.

Chiediamo che venga concesso il permesso di soggiorno a tutti coloro che hanno partecipato alla sanatoria, che in quanto tale deve “sanare” tutte le irregolarità precedenti, compresa la posizione di chi ha il reato di “clandestinità”; che venga allungata la durata del permesso di soggiorno, visto che le questure ci impiegano dai 9 e più, mesi ogni volta per rinnovarlo e che venga esteso a chi perde il lavoro e ne sta cercando un altro, tanto più in questi tempi di crisi.

 

 

Comitato Immigrati in Italia – Milano

per contatti con gli occupanti della torre:  347-0672632

 

www.comitatoimmigrati.net

 

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  1. Brescia, botte e arresti al presidio per gli immigrati che protestano sulla gru

    Le cariche delle forze di polizia si sono protratte anche nel corso della mattinata. Numerosi i fermati, fra loro anche il direttore di Radio Onda d’Urto
    Botte, arresti, caschi e manganelli, numerosi fermati e feriti. A Brescia, sotto l’alta gru teatro della protesta di sei migranti, che chiedono giustizia e diritti rispetto a una sanatoria che li ha esclusi, si è materializzata questa mattina all’alba la concezione di ordine pubblico del governo italiano. Il diritto alla protesta finisce, in alcuni casi, anche al pronto soccorso.

    Le agenzie battono:”Carabinieri e polizia pochi minuti dopo le 6 sono intervenuti per sgomberare il presidio esterno al cantiere dove da sabato 30 ottobre sei immigrati sono su una gru a 35 metri di altezza per chiedere la loro regolarizzazione. Una ventina di persone è stata portata in questura e in caserma dalle forze dell’ordine. I sei immigrati restano sulla gru”. Ma la mattinata resta in balia delle divise antisommossa, in un susseguirsi di scontri e di cariche.

    Fra i fermati c’è anche il direttore di radio Onda d’urto, Umberto Gobbi. Il suo telefono suona, all’interno della questura, poi la comunicazione viene interrotta. Quali siano i reati ipotizzati a carico di tutti i fermati ancora non si sa: si vocifera di istigazione a delinquere e resistenza a pubblico ufficiale.

    Dalla Questura, secondo l’emittente, è stato reso noto che ‘ sono 14 gli italiani fermati e alcune decine gli immigrati, ma i due gruppi non possono comunicare tra loro’.

    Radio Onda d’urto sta seguendo passo passo la giornata, il sito è crollato per troppi accessi, ma ora è tornato visibile.

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