Salviamo Aragione Antonio da morte certa

dic 17th, 2010 | Di | Categoria: Contributi

Il presente è un appello alla società civile a tutela del diritto alla salute e dei valori fondamentali della Costituzione.
In data 21 aprile si costituiva spontaneamente presso il carcere di Spoleto il 70enne napoletano Aragione Antonio in quanto raggiunto da ordine di esecuzione della pena perchè riconosciuto definitivamente colpevole di aver partecipato, sia pure con ruolo marginale (tant’è che gli è stato concesso l’indulto nella sua massima estensione di anni 3) ad una organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti.
Le sue condizioni di salute apparivano subito gravi.
Aragione, già riconosciuto da tempo invalido civile al 100% dall’ASL Napoli 3 e “inidoneo a compiere il più elementare atto della vita”, in quanto affetto, tra l’altro, da “lobotomia superiore polmonare destra per grave enfisema bolloso”, andava man mano aggravandosi in quanto respira solo col polmone sinistro la cui funzionalità è peraltro ridotta della metà.
Ciò induceva il sottoscritto difensore a rivolgere ben tre istanze al Magistrato di Sorveglianza di Spoleto sottese al differimento dell’esecuzione della pena, tutte rigettate con la motivazione che, sebbene lo stesso fosse affetto da gravi patologie, queste erano ancora curabili all’interno del circuito dell’Amministrazione penitenziaria, rimettendo, così, gli atti al Tribunale di Sorveglianza di Perugia per ogni eventuale diversa valutazione.
All’udienza tenutasi il 21 ottobre presso il Tribunale di Sorveglianza di Perugia, lo stesso Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Perugia si dichiarava impossibilitato ad esprimere il proprio parere in quanto necessitavano “approfondimenti” clinici in ordine alla gravità della dedotta patologia.
A tutt’oggi il Tribunale non ha ancora deciso, mentre una nuova istanza veniva presentata il 4 novembre 2010 al Magistrato di Sorveglianza di Spoleto, giustificata dall’ulteriore aggravamento delle patologie del condannato.
Era, infatti, stavolta proprio l’ASL 3 della Regione dell’Umbria “Ospedale di Spoleto” a certificare in data 14 ottobre: “Enfisema di alto grado con presenza di grossolane formazioni bollose prevalentemente localizzate a livello dei lobi superiori ed in sede paracardiaca sinistra della grandezza di circa 5 cm.”
Aragione Antonio, 70 anni, è ad elevatissimo rischio di morte in quanto secondo autorevole casistica medica le c.d. “bolle giganti” da enfisema bolloso sono causa di decesso al pari dei carcinomi, proprio perchè limitano gravemente la funzionalità del polmone e, quindi, quella cardiaca.
Aragione Antonio, che non è delinquente abituale e su cui sono pervenute le informative della Polizia Guidiziaria che lo descrivono “non collegato alla criminalità organizzata” e che non ha altri procedimenti penali a suo carico, è allo stremo e può morire strozzato da fame d’aria da un momento all’altro.
Il protrarsi della sua detenzione collide in modo stridente col principio di umanità della pena sancito dalla nostra Costituzione, nonchè col diritto alla salute del condannato ed è anche incomprensibile alla luce delle vigenti normative in materia (artt. 146 e 147 c.p.).
Il sottoscritto difensore propone, pertanto, un accorato appello alla Società civile ed ad ogni espressione democratica istituzionalmente preposta a che quanto sopra sia reso di pubblico dominio ed abbia a cessare quanto prima, pena la sopravvivenza dello stesso condannato.
Si ringrazia per l’attenzione.
Si allega: referto Ospedale di Spoleto.
Avv. Vittorio Trupiano ( 081. 7875448 ; 338.8129514 )

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