Lettera a un giovane morto invano per una pace che non ci sarà

apr 18th, 2011 | Di | Categoria: Contributi, Primo Piano

di Ennio Abate

Restiamo Umani
Vik da Gaza city

Caro Vittorio,

da uno  dei tanti  inutili uffici pace  messi su nei comuni d’Italia (per salvarsi la coscienza e continuare intrighi e politica di piccolo cabotaggio), l’amica Ornella ha fatto spuntare oggi sul video del mio PC, un comunicato di Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, nel quale si annuncia che «il 29° Seminario nazionale» di tale organizzazione «che si apre oggi ad Assisi sarà dedicato a Vittorio Arrigoni». Chissà, ti dedicheranno pure strade, scuole, parchi!

Che ipocrisia!

Trovo indecente, subdola, viperina la prontezza con cui si gioca d’anticipo su ogni possibile concorrente e ci si appropria della tua morte. La lobby pacifista italiana ti vuole  “santino pacifista subito”! Guai se, ragionando sulla tua uccisione, si uscisse dal piagnisteo! La spiegazione da far circolare  nel “mercatino della pace” è una sola ed è già pronta: Lotti ha detto che la tua uccisione è «assurda». E chiude così qualsiasi interrogativo più scomodo.

Rassegniamoci, dunque?

È una  buona, consolidata, abitudine italiota non andare a fondo sui “fatti di sangue”. Sono stati mai trovati gli esecutori e i mandanti della strage di Piazza Fontana o di Brescia?

Ovviamente, anche questa è una cosa «assurda». Ma ce la teniamo così. Tutto è Assurdo  qui da noi. E altrove? Non è forse «assurda» la vita dei palestinesi, che tu “assurdamente” (il Lotti ricorda che tu per alcuni eri «un pazzo», per altri «un estremista», per altri ancora «un eroe, un sognatore, un idealista»)  hai voluto andare a vedere da vicino e addirittura  condividere?

Ma a te posso dirlo: e se la nostra vita e quella dei palestinesi fossero dominate da un’Assurdità apparente? E se le cose,  che dichiariamo ( per viltà, per pigrizia) “assurde”, fossero invece vere, inquietanti, normali? Anzi logica conseguenza  delle scelte  politiche di capi di Stato (israeliani, europei e über alles del  Nobel per la pace Obama) che purtroppo –ahimè, caro Vittorio! – le fanno restando “umani” (e anzi, da un po’ di tempo, anche “umanitari”)?

Per cancellare  sul nascere questi “cattivi pensieri” che vengono quasi spontanei vedendo che, malgrado queste Nostre Guide così “umane” e “umanitarie”, il mondo va storto, sempre più storto, ecco pronti i comunicati stampa placebo alla Lotti: contro «l’indifferenza che circonda tante tragedie umane come quella dei palestinesi di Gaza» e contro – sempre indeterminati, sempre innominati! – «prigionieri del cinismo e dell’egoismo».

Anche questa a te posso dirla: e se imparassimo a nominare i Nemici che alimentano questa indifferenza, cinismo, egoismo?  Ah, sei d’accordo anche tu? Non mi stupisci. L’avevo capito dai tuoi coraggiosi scritti di pacifista (convinto o per forza di cose, vista la miseria delle scelte morali o politiche oggi possibili).

Vedi, invece, come il Lotti interviene subito a disinfettare: «Vittorio non ha mai voluto far del male a nessuno».

E certo, il “male” come potevi farlo,  come possiamo farlo? (Ma è “male” ribellarsi anche con le armi a chi ci opprime?). Noi tutti – pacifisti o non pacifisti – che “ male” possiamo oggi fare, se “male” e “bene” lo decidono soltanto  quelli che dispongono di  bombardieri, di atomiche, di eserciti regolari, di banche, di televisioni?

Noi (e le vittime di questo sistema) abbiamo, forse, ancora la capacità di odiare i nostri Nemici. Ma, secondo Lotti, dovremmo vergognarci o colpevolizzarci se l’odio affiora a volte nei nostri cuoricini e si fa indignazione  e tenta di individuare bersagli precisi. Noi l’odio dovremmo continuare a scaricarcelo addosso tra noi. (Come purtroppo è accaduto tra i vari raggruppamenti politici dei palestinesi. Ovviamente per colpa loro! L’ottusa volontà politica e i calcoli di Israele e dei suoi “democratici” sostenitori non c’entrano, come non c’entrano adesso in Libia le manovre dei Sarkozy, dei Cameron, degli Obama). E  vuoi mettere la capacità di violenza  di costoro a confronto con quella dei palestinesi? Sfigura, non ha dignità,  è follia, deve continuare ad esplodere disperatamente e non farsi mai politica più precisa.…
Purtroppo sì, con la tua uccisione, come scrive Lotti, «si spenge una voce». (Ah, che tocco classico in questo verbo!). Egli e i suoi discepoli, invece, continueranno a predicare e a  dirigere inutili dibattiti «per la pace e la libertà, i diritti umani e la democrazia», che «metteranno a confronto» – inutile strascico parolaio di ogni evento terribile « oltre trecento giovani, gruppi, associazioni, amministratori locali, insegnanti e giornalisti».
Caro Vittorio, un’ultima cosa. Il tuo slogan «restare umani» per me era sbagliato. Però quando lo pronunciavi tu, con la tua voce, e da Gaza, l’ho sempre trovato sincero e rispettabile. Da oggi  sulle bocche di Lotti e altri lo riterrò solo una menzogna per istupidire e non far ragionare. Onore solo a te.

Samizdat Colognom

un commento
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  1. Bellissima lettera, condivisibile dal principio alla fine.

    Una sola considerazione semplicissima.
    Lo Slogan “restiamo umani” lo trovo, in realtà del tutto proprio
    Il problema in verità è l’ideologia pacifista e della non-violenza assolutizzate che umane non sono, poiché richiedono un’astrazione dis-umana dalla realtà dei rapporti di forza e finiscono per servire il piatto già ben condito degli aggressori e degli oppressori.
    Il compianto Arrigoni era un pacifista e un non-violento per esplicita ammissione (e di ciò si può discutere a lungo), ma il suo “restiamo umani” è un richiamo “umanistico” del tutto aperto ad una concezione ideale, ma insieme concreta della prassi umana. Umano è difendersi, anche con le armi quando si subisce un’ aggressione armata. Disumano è non difendere la propria terra martoriata. Umano, infine, è commisurare umanamente i mezzi con i fini senza elargire violenza insensata.
    In questo senso, quindi: restiamo umani, e teniamoci alla larga da tutti gli umanitaristi!

    Lorenzo Dorato

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