Ucraina, ossia la globalizzazione senza veli

mag 4th, 2014 | Di | Categoria: Primo Piano

  di Eugenio Orso

 

Ora lo sappiamo. Sappiamo come procede la globalizzazione neoliberista in questa fase storica e come si afferma la nuova classe dominante globale, o almeno il suo ramo originario occidentale. Tutto accade alla luce del sole, senza neppure più il bisogno di appellarsi mediaticamente e preventivamente alla difesa dei diritti umani, alla diffusione di una salvifica democrazia liberale, alla tutela di fantomatiche libertà individuali. Caduti i veli che mal celavano il mostro, anche le risibili giustificazioni per estendere il dominio del mercato sovrano, mantenere il potere finanziario, sfruttare le masse anonime di lavoratori senza diritti, perdono la loro forza manipolatrice e possono essere progressivamente accantonate. Tutto ciò è evidente nella catena di destabilizzazioni e guerre Libia-Siria-Ucraina. Le ragioni riproduttive del nuovo modo di produzione neocapitalistico prevalgono su tutto, e non hanno più un disperato bisogno di mascheramenti “sovrastrutturali”. I veli ideologico-propagandistici sono caduti uno dopo l’altro, particolarmente nel drammatico passaggio Siria-Ucraina, in un crescendo di rischi di guerra sempre più estesi. La sloganistica trita e ritrita che accompagnava il “peacekeeping”, i “bombardamenti umanitari”, le destabilizzazioni violente d’interi paesi, oggi può essere finalmente accantonata. O comunque, non è così importante come lo era in passato.

Se opponiamo ai diritti umani i diritti dei popoli – oppressi dal neocapitalismo, dalle aristocrazie finanziarie e dagli strumenti militari a loro disposizione – nonché i diritti naturali dell’uomo, su un piano individuale, ci contrapponiamo inevitabilmente alla globalizzazione neoliberista, che a questo punto è “senza veli”. Ci contrapponiamo agli interessi particolari delle sue élite e alle strutture di potere globaliste, come la nato e l’unione europea. Neghiamo altresì il principale compendio sul piano politico della globalizzazione neoliberista, cioè la democrazia liberale che concretamente esiste. La caduta dei veli implica, però, che il neocapitalismo globalizzante mostrerà sempre di più il suo vero volto, quello stragista, sociale ed effettivo, anche nei paesi occidentali, oltre che nel Medio Oriente, nell’est europeo e nei Balcani.

La vicenda ucraina testimonia fin dall’inizio questo cambiamento. E’ un chiaro esempio di violenza neoimperialista che ha sempre meno bisogno di giustificazioni ideologico-mediatiche, per quanto erronee e propagandistiche, al fine di legittimarsi ed estorcere un consenso di massa. Non che la propaganda filo-occidentale in questi frangenti taccia pudicamente. Il punto è che le contraddizioni fra le dichiarazioni delle cancellerie occidentali e dei vertici nato, da un lato, e dall’altro la realtà sul campo, le ragioni apertamente “antiumanitarie” dell’operazione militare lanciata dai fantocci di Kiev, sono troppo stridenti. Talmente stridenti che neppure un Goebbels redivivo, con le sue abili manipolazioni della verità, potrebbe coprirle.

Non ci preoccupa troppo di nascondere, come in passato, sotto la cortina fumogena creata da televisioni e giornali, le vere responsabilità. Tuttavia si continua a mentire spudoratamente, in tv, sui quotidiani, nelle agenzie d’informazione. Un piccolo esempio. L’incendio della casa dei sindacati, a Odessa, in cui sono morti una trentina di russi e transnistri, alcuni giorbalisti cercano di imputarlo ai filo-russi, ben sapendo che la responsabilità cade sugli estremisti ucraini. Nonostante l’iniziativa militare nell’est del paese sia tutta del governo-fantoccio di Kiev, Obama e Merkel chiedono ancora a Putin, come un disco rotto, di “fermarsi” e ciò si riflette inevitabilmente sui media, per cercare di addossare la colpa dell’aggressione agli aggrediti. A Kramatorsk, venti chilometri dalla città simbolo dei filo-russi Sloviansk, autoblindo ucraini carichi di mercenari forzano i blocchi umani della popolazione, sparano sulla folla e uccidono una decina di civili (per conto della nato). Appare evidente da quale parte arriva l’aggressione e queste notizie non si possono nascondere. Quello che dobbiamo rilevare, è che non vi è più un buon mascheramento delle azioni criminali occidentali, funzionano sempre meno le “false flag”. Inoltre, le manovre destabilizzatrici sono più violente rispetto a quelle delle cosiddette rivoluzioni colorate (come in Siria, con oltre centocinquantamila vittime) e più esplicita è la loro paternità, come nel caso di Maidan.

E’ anche in tal modo, con le armi e le uccisioni di massa difficili da smentire o da nascondere, che la globalizzazione neoliberista si mostra “senza veli”.

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