Sulle recenti dichiarazioni di Napolitano ai vertici NATO

mar 8th, 2010 | Di | Categoria: Primo Piano

di Lorenzo Dorato

napolitanoIl presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non è nuovo ad esternazioni simili a quella pronunciata pochi giorni fa ad una riunione dei vertici NATO in Belgio. Ha affermato che la “missione”  in Afghanistan si legittima e si continuerà a legittimare per la necessità di sicurezza dell’Europa di fronte alle minacce del terrorismo internazionale. Ha anche aggiunto che la NATO deve guardare al nostro paese con fiducia poiché siamo un alleato affidabile ed esperto.

Ciò che colpisce di queste dichiarazioni non è la semplice adesione del presidente alla guerra imperialista, né la consueta mistificazione del linguaggio per cui la guerra d’aggressione diviene missione di pace, quanto piuttosto il tono perentorio e privo di tentativi di moderazione che le parole di Napolitano evocano.

Deve essere chiaro, infatti, che ragioniamo all’interno della prospettiva delle oligarchie per cui la guerra in Aghanistan è il tributo di vassallaggio da pagare alla politica imperialista dissennata e fuori controllo degli Stati Uniti d’America, in una logica di coimperialismo eruomaericano (ma con ruoli e gerarchie ben precise per ogni nazione dominante coalizzata). Nulla di stupefacente dunque se la più alta carica dello Stato fa mostra di vicinanza alle ragioni della guerra imperialista.

Tuttavia la posizione di Napolitano  non rivela semplicemente l’adesione  (ovviamente scontata) ai progetti imperialisti, bensì mostra un impressionante appiattimento dell’Italia (con punti di vista del tutto sovrapponibili tra i due principali partiti di maggioranza e opposizione) sulle posizioni estremistiche dell’oligarchia stessa a guida statunitense. Mentre di recente in alcuni paesi si inizia a mettere in tenue discussione la partecipazione alla guerra afghana, o per lo meno l’invio di nuovi contingenti o l’aumento dei preventivi di finanziamento (si veda il caso dell’Olanda) la classe dirigente italiana in pieno accordo bilpolare aderisce senza se e senza ma al progetto di accelerazione militarista dell’amministrazione Obama, approvando l’invio di nuovi contingenti (alla faccia delle pregresse dichiarazioni scettiche di esponenti dello stesso governo) e ostentando tramite le cariche istituzionali con pompose dichiarazioni il suo ruolo di partner bellico affidabile ed esperto.

La dichiarazione di Napolitano sono la rappresentazione perfetta del servilismo politico della classe dirigente nazionale nei confronti dei progetti di guerra statunitensi cui sotto diversi governi nell’ultimo infausto decennio il nostro paese ha sempre partecipato con obbedienza (Serbia 1999, Afghanistan 2001 e successivi continui rifinanziamenti, Iraq 2003).

Mentre lo spudorato linguaggio onirico dei responsabili della mattanza afghana continua a parlare di missione di pace, di esportazione della democrazia, di difesa dal terrorismo internazionale, di controllo del potere inumano dei talebani e via farneticando, la guerra mostra ogni giorno il suo volto reale e le sue motivazioni reali.

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3 commenti
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  1. Lorenzo, lo sai che mi piace fare le “pulci”, intervengo velocemente per farti notare che ritengo inopportuno scrivere “politica dissennata e fuori controllo degli Stati Uniti”. Non è dissenata, priva di senso cioè, la politica imperialista Usa, dire così può sembrare che ci possa essere una politica sensata, a meno che non vogliamo diventare consiglieri del Principe e dare dei consigli “giusti”. Le politiche imperialiste sono sempre “dissennate” se assumiamo un punto di vista “umano”, in quanto aggrediscono i fondamenti stessi della convivenza (nazionale e sociale). Dobbiamo sempre sforzarci, nella nostra battaglia antimperialista (per altri versi, in quella anticapitalista), di rappresentare le politiche imperialiste come espressione “naturale” di stati capilasti pre-dominanti. Per evitare di accreditare la favola buona di politiche non “dissennate”. Lo so che tu non vuoi attribuire tale senso alle parole che usi, però dobbiamo sforzarci di evitare nell’uso del linguaggio categorie opinabili ed equivoche.
    Ciao

  2. Che piacere trovare per caso i tuoi ottimi articoli che ovviamente condivido e sottoscrivo,
    si vede che da ragazzino avevo avuto occhio lungo nello scegliere gli amichetti.

  3. Antonio, come già ti dicevo tramite mail, condivido il tuo appunto terminologico.

    Giuseppe, ma sei Giuseppe P.P. ?
    Felice di ritrovarti su questi lidi, stammi bene e torna a leggere quando ti va.. da ragazzini abbiamo fatto il rodaggio già con le capitali dell’Africa…

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