La pulizia etnica della Palestina e gli scontri della Spianata delle Moschee

mar 9th, 2010 | Di | Categoria: Politica Internazionale, Resistenze

di Matteo Brumini

Venerdì 5 marzo poco dopo la preghiera del mezzogiorno presso la Spianata delle Moschee di Al-Aqsa sono scoppiati degli scontri tra giovani palestinesi e le forze di polizia israeliane. Duecento poliziotti hanno fatto irruzione nella Spianata di Gerusalemme Est ed hanno cominciato a sparare lacrimogeni e proiettili di gomma oltre a colpire con manganelli i fedeli radunati in preghiera. In risposta all’aggressione giovani palestinesi hanno iniziato una fitta sassaiola. Il bilancio finale è di 60 palestinesi feriti contro 15 tra le fila della polizia. Parallelamente, a Hebron, nella Cisgiordania meridionale, sono scoppiati scontri tra le truppe israeliane e i palestinesi riuniti in preghiera nella moschea di Ibrahim.

cartina palestina_israele Quella del 5 marzo è stata la seconda aggressione da parte della polizia israeliana contro civili palestinesi riuniti in preghiera presso la Spianata delle Moschee che va ricordato è uno dei luoghi più sacri per l’Islam ma è anche il simbolo stesso della lotta palestinese contro l’occupazione israeliana. Il primo di marzo, in occasione della festa ebraica del Purim, la polizia israeliana aveva infatti permesso, secondo fonti dell’agenzia Ma’an, l’entrata nel complesso della moschea di Al-Aqsa a quattro estremisti israeliani; un gesto provocatorio che ha causato un fitto lancio di pietre da parte dei palestinesi e violenti scontri con la polizia.

Dunque due scontri durissimi a Gerusalemme Est nel giro di una settimana e scontri nel resto della Cisgiordania in breve tempo. Banale quotidianità a Gaza ma eventi non comuni in Cisgiordania e a Gerusalemme Est per intensità e breve distanza temporale. Per capire cosa stia accadendo basta guardare indietro di pochi giorni.

A fine febbraio la commissione di pianificazione distrettuale israeliana ha approvato la costruzione di 600 nuove abitazioni a Gerusalemme est; secondo il quotidiano Haaretz, le case saranno posizionate vicino all’insediamento ebraico illegale di Pisgat Ze’ev ed al quartiere palestinese di Shu’fat.  Il piano edilizio prevede, fra l’altro, la demolizione di una quarantina di edifici (abitati da palestinesi) per consentire la costruzione di un grande parco pubblico.

Come ulteriore provocazione pochi giorni dopo, durante il carnevale ebraico, cittadini ebrei che vivono nel quartiere arabo di Sheik Jarrah, a Gerusalemme est, hanno cantato inni a Baruch Goldstein, che sedici anni fa sparò su musulmani in preghiera nella moschea di Ibrahim a Hebron: “Dottor Goldstein, non c’ènessuno come te al mondo. Dottor Goldstein tutti noi ti amiamo … ha mirato alla testa dei terroristi, premuto il grilletto e sparato, sparato, sparato”.

palestina
Parallelamente in Cisgiordania sempre alla fine di febbraio il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, presentando il “Piano per riabilitare e rafforzare le strutture del patrimonio nazionale israeliano” ha stilato una lista di luoghi di interesse nazionale e patrimonio storico israeliano in Cisgiordania; scorgendo la lista troviamo anche la suddetta moschea di Ibrahim, a Hebron, oggetto di sequestro, almeno parziale, già da anni, in quanto ritenuta “La grotta dei Patriarchi”, e la Tomba di Rachele, e area connessa, a Betlemme.

Intanto proprio mentre questo breve articolo viene scritto le agenzie di stampa battono la notizia che il ministero della Difesa israeliano ha approvato un progetto per la costruzione di 112 nuove abitazioni in Cisgiordania; il tutto poche ore dopo l’annunciata disponibilita’ dell’ANP ad iniziare colloqui indiretti con la mediazione americana, e a poche ore dall’arrivo della delegazione Usa a Gerusalemme.

La pulizia etnica della Palestina a quanto pare continua ad avanzare.

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