Un movimento comunitario.

feb 26th, 2013 | Di | Categoria: Dibattito Politico

Un movimento comunitario.

Riflessioni a caldo sul MoVimento 5 Stelle a seguito della conclusione dello Tsunami Tour – ossia della campagna elettorale – a Roma.

di Piotr Zygulski

 

Di fronte ad una Piazza San Giovanni stracolma, Alessandro, candidato del MoVimento 5 Stelle, ha affermato che per la prima volta non si è sentito impotente, perché sapeva di essere protetto dalla comunità. Un secolo fa il filosofo Lukács nella sua Ontologia dell’Essere Sociale aveva già scorto i limiti di un individualismo portato alle estreme conseguenze, ossia “una onnipotenza astratta e una concreta impotenza” ed è quindi presumibile che il sentirsi parte di una comunità vitale possa portare, al contrario, ad una sensazione di potenza. Per spiegarmi meglio, intendo una presa di coscienza delle potenzialità dell’individuo quale membro integrante di un percorso più ampio, collettivo. Volendo più propriamente riflettere sulle parole dell’attivista, una sensazione simile l’ho vissuta personalmente in occasione dei referendum del 2011, quando ho prestato attivamente servizio nella campagna referendaria e come rappresentante del “sì per l’acqua pubblica” all’interno dei seggi. Questa volta sono un semplice spettatore, ma posso comprendere perfettamente le parole di questo “grillino”, o meglio, “portavoce”, se preferisce tale appellativo. Tuttavia (sarò forse un po’ ingenuo) non riesco a rimanere impassibile di fronte a simili interventi, frementi di passione e di emozione tale da far dimenticare le cose da dire sul palco, come è avvenuto più volte nel corso della serata. Ho accennato prima all’acqua pubblica; se è vero che i referendum sono ancora in larga parte disattesi, questo non ridimensiona i risultati di quella vittoria, con oltre la metà degli italiani che si espresse univocamente contro la gestione privata. Nello stesso tempo ciò non significa affatto che la battaglia sia terminata, tutt’altro. È, infatti, un tema che sta molto a cuore anche al MoVimento 5 Stelle che, sebbene fosse ancora in forma embrionale, contribuì con tutte le sue forze a raggiungere quel risultato. Federica, capolista alla Camera nella circoscrizione Lazio 1, prendendo la parola ha parlato dell’acqua pubblica come “la nostra prima stella” e si è mostrata particolarmente agguerrita nell’intento di portare anche in Parlamento la voce di chi sostiene che l’acqua debba stare “fuori dal mercato e i profitti fuori dall’acqua”, per elaborare finalmente una legislazione sul tema che recepisca la volontà popolare. Oltre all’acqua pubblica però ci sono altre battaglie che il M5S ritiene fondamentali, dal No Ponte sullo Stretto di Messina e il No MUOS in Sicilia alla popolazione valsusina che – nel capo opposto della Penisola – si batte da anni contro la realizzazione del Treno ad Alta Velocità. Anche perché, come sostiene Beppe Grillo, “il futuro è lento” e questo non nel senso della dicotomia lento/rock di Celentano, ma in quello di Petrini, fondatore di Slow Food, e di Bruno Contigiani, ideatore di Vivere con Lentezza, che ho avuto l’onore di presentare in un incontro pubblico a Cogoleto, dove vivo. Comunità, cultura e ambiente costituiscono un’unica priorità e penso che questa affermazione sia ampiamente condivisa, sicuramente da tutti gli attivisti del M5S. Infatti, la cura del territorio costituisce la prima forma di cultura e non vi è cultura senza comunità, come non vi è comunità senza cultura. Questo perché l’uomo è per sua natura anche un animale simbolico e la riproduzione della comunità sul piano simbolico è detta appunto cultura. Possiamo notare quindi che anche il M5S ha la necessità di riferirsi a simboli, che vanno ben oltre le urla colorite del tipo “vaffanculo, tutti a casa” e una generica “onestà e trasparenza” (su cui può ottenere facilmente un ampio consenso). Con la proiezione di alcuni brevi interventi, entrano così nel pantheon cinquestelle personaggi quali Pasolini, l’umile presidente dell’Uruguay Pepe Mujica, e poi i martiri Vittorio Arrigoni e Peppino Impastato, tutte figure “resistenti”. Ciò per sfatare il luogo comune secondo cui il M5S sarebbe solo protesta e non anche proposta. E tra le proposte, molte stanno divenendo realtà nelle amministrazioni locali ove il MoVimento è presente. Si tratta quasi esclusivamente di iniziative con un minimo comun denominatore, quello comunitario. In tal senso, si sostiene che la sfera economica debba essere subordinata a quella comunitaria. Non serve a nulla rievocare fascismi o comunismi, basterebbe piuttosto rammentare gli articoli della Costituzione economica italiana.

“Abbiamo sdoganato parole quali comunità e solidarietà” ha detto con un po’ di orgoglio Beppe Grillo, che – con la sua ben nota esuberanza – ha voluto sottolineare gli sforzi per contrastare la tendenza a svuotare il significato dei vocaboli e la cancellazione di quelli più scomodi dal dizionario della Neolingua italiana, che avviene secondo un meccanismo analogo a quello descritto da Orwell in 1984. Vorrei pertanto accogliere con entusiasmo il ritorno della parola comunità, che è stata ribadita anche nell’intervento della candidata alla presidenza della Regione Lombardia Silvana Carcano che si è espressa nei seguenti termini: “non c’è dignità della singola persona se non c’è dignità di tutta la collettività; e viceversa: non c’è dignità di tutta la collettività se non c’è dignità della stessa persona”, scagliandosi poi contro il “totalitarismo più subdolo, più infame, che è quello del totalitarismo del denaro”, la cui conseguenza è l’annientamento della dignità umana. Affermazioni che suonano assai familiari a chi come me ascolta quanto va ripetendo da anni Costanzo Preve, ad esempio nel suo Elogio del Comunitarismo (Controcorrente, Napoli 2006) ove ricerca filosoficamente il rapporto dialogico tra individuo e comunità.

Si potrebbe comunque obiettare che nel MoVimento 5 Stelle siano presenti anche tendenze che sono ascrivibili all’ideologia sistemica, ad esempio una certa retorica delle nuove tecnologie, la quale può assumere peraltro sfumature individualistiche. Penso che ciò sia innegabile, ma che fortunatamente, grazie anche al carisma di Beppe Grillo, al momento tutte le istanze siano conciliate abbastanza armonicamente. Questo può avere luogo solamente se si continuerà a tener presente la distinzione tra mezzo tecnologico e fine, che è – o almeno dovrebbe essere – la felicità dell’uomo, in altre parole la sua piena realizzazione, che può avvenire solamente in ambito comunitario. Se il M5S riuscirà a dare un contributo in tal senso lo vedremo in Parlamento, sarà un piacere.

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2 commenti
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  1. [...] Con questo appunto vorrei esprimere una posizione che diverge da quella esposta da Lucio Garofalo. In questa occasione non intendo fare l’Apologo del Grillo o nascondere alcune palesi contraddizioni insite nel MoVimento 5 Stelle, ma se questo si limitasse davvero ai generici «“vaffa”» e alle «manifestazioni di folclore», allora potrei condividere le sue parole. Può darsi che non riuscirei a comprendere le motivazioni di un simile successo, forse cercando di tranquillizzarmi con la psicanalisi mossiana della masse applicato al gregge italiano che, dopo anni di repressione, riuscirebbe a sublimare gli istinti omicidi nei confronti dei Super-Io parlamentari gridando “facili improperi”, e così via. In una certa misura nel MoVimento 5 Stelle potrebbe esserci anche questo, ma – a meno che io non sia in preda ad una sorta di wishful thinking – vorrei asserire che oltre ai “vaffa” c’è di più. Oltre le urla di piazza, nei volti delle stesse persone che la popolano (giovani, famiglie ma anche tanti anziani) scorgo un bellissimo terreno di consapevolezza comunitaria. Non c’è infatti solo disperazione, non c’è solo distruzione, c’è soprattutto una tensione costruttiva diffusa, un ottimismo di ampia portata, anche se da lontano potrebbe passare in secondo piano. Ho notato un intimo rigetto del modo di pensare individualistico-disgregatrice per tornare a parlare di solidarietà e di comunità, perché “nessuno deve rimanere indietro”. Al fine di evitare di ripetere parole analoghe, vorrei rimandarvi alle mie riflessioni “a caldo” sugli interventi che ho ascoltato la serata conclusiva della campagna elettorale cinque stelle. Le trovate qua. [...]

  2. Il Movimento Cinque Stelle? No, Grazie

    Lucio Garofalo ci spiega perché dire no al Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo

    di Lucio Garofalo

    Pubblichiamo quest’articolo di Lucio Garofalo, di pochi giorni fa, sul Movimento Cinque Stelle e sulla figura di Beppe Grillo a pochi giorni dal risultato delle elezioni (di cui parliamo altrove). Ribadiamo il fatto che questo giornale non è schierato con un partito o un altro (mentre è profondamente “politico”), ma cerchiamo di dare più spazio possibile alle voci che riteniamo interessanti. Questa certamente lo è. Speriamo che da quest’articolo possa nascere un proficuo dibattito (del resto, non dovrebbe essere questa la base della democrazia?). Buona lettura.

    La Redazione

    Detesto gli stereotipi e i luoghi comuni, che sono tanto comodi quanto banali. Non sono abituato a valutare con superficialità o pregiudizi, tantomeno sono incline ad emettere facili sentenze, dall’alto in basso. Più semplicemente mi sforzo di pensare con la mia testa, cercando di vagliare bene i fatti e le situazioni, per penetrare in profondità le cose ed afferrare la sostanza del reale. In altre parole, mi piace esercitare la capacità di riflessione e di giudizio autonomo. Una sana abitudine poco apprezzata nel nostro Paese.

    Ebbene, a parte i “vaffa” urlati al vento, che lasciano il tempo che trovano e chiunque può restituire al mittente, a parte i facili improperi destinati (giustamente) alla Casta partitocratica e ai suoi servi in livrea, a parte le manifestazioni di folclore, a metà strada fra neoleghismo e girotondismo, vorrei esternare i miei convincimenti personali. Credo che l’opposizione alla classe dirigente di questo sventurato Paese (sventurato anche per i movimenti di rigetto e di protesta che periodicamente produce, a partire dal fascismo squadrista negli anni ’20 del secolo scorso, per approdare alla Lega Nord negli anni ’90) non può estrinsecarsi o limitarsi ad un generico ed inconcludente “vaffa” che non risolve nulla e che chiunque è in grado di urlare facilmente all’indirizzo di un ceto politico composto in gran parte da corrotti, parassiti ed affaristi senza scrupoli, cinici, inetti, imboscati, ladri ed evasori, inquisiti, banditi, mafiosi e chi più ne ha ne metta.

    Segue: http://www.correttainformazione.it/politica/movimento-cinque-stelle/

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