La sfida

nov 10th, 2020 | Di | Categoria: Politica Internazionale

 

Martedì 3 novembre 2020 si sono tenute le elezioni presidenziali statunitensi dove a correre per la Presidenza sono stati il presidente uscente Donald Trump per il Partito Repubblicano e Joe Biden per il Partito Democratico.

La sfida tra repubblicani e democratici è una sfida tra due paesi radicalmente diversi: da un lato l’America delle metropoli, progressista, liberal, l’America che mette al centro i diritti civili e la (finta) tutela dell’ambiente (mentre i diritti sociali non vengono considerati), l’ America di Hollywood dei “nani, ballerine, attori” lobby omosessuali (una minoranza elitaria del mondo omosessuale, composta da omosessuali milionari e miliardari, che rivendica le adozioni dei bambini nonché legittima l’aberrante e disumana pratica dell’utero in affitto dove sia donna che il bambino vengono rese merce) e dei campioni di colore della NBA che si sono schierati con il movimento Black Lives Matter.

L’America del politicamente corretto e della cultura liberale a tutto spiano.

Dall’altro l’America della provincia, l’America che vuole mantenere la vendita di armi legale, l’America che non sà nemmeno dove si trovano l’Iran o l’Ucraina, l’America ultra conservatrice e religiosa delle sette evangeliche (che hanno delle posizioni a livello etico-morale che non fanno invidia a quelle dei jihadisti), l’America che crede alla Teoria di QAnon che parla di un Trump eroe e nemico del Deep State.

In queste elezioni è emerso ancor di più come la democrazia statunitense sia una leggenda metropolitana propagandata da giornali e politici sia di destra che di sinistra.

Un sistema dove a vincere non è chi prende più voti ma chi ha più Grandi Elettori (come è successo tra l’altro nelle precedenti elezioni dove Hillary Clinton o meglio Killary, visto le sue posizioni guerrafondaie e l’appoggio a tutte le guerre della Presidenza del marito negli anni 90′ e dei due mandati di Obama, di cui era Segretario di Stato, aveva prevalso nel voto popolare ma Trump ha vinto per il maggior numero di Grandi Elettori), un sistema che prevede il voto per posta, un sistema per cui il poter esercitare il diritto di voto bisogna iscriversi, pagare e già dichiarare per chi votare, della serie alla faccia della democrazia.

L’esito del voto, salvo se i ricorsi di Trump negli stati contesi non troveranno accoglimento (a mio avviso difficile visto che la maggioranza dei capi di governo e di stato mondiale hanno già riconosciuto la vittoria di Biden), ha visto la vittoria del duo Biden-Kamala Harris.

Su Donald Trump si conoscono le sue posizioni nonché ciò che ha fatto sotto la sua Presidenza.

Sotto la sua amministrazione il numero di soldati Usa all’estero è aumentato, soprattutto in Medio Oriente.

Le sanzioni economiche contro Russia, Iran, Siria, Cuba e Venezuela si sono inasprite.

Le sue truppe hanno continuato ad occupare illegalmente il territorio siriano, rubando il petrolio di quel paese e vantandosene pure.

Trump ha sostenuto due colpi di stato in America Latina. Uno vittorioso, in Bolivia, contro Evo Morales anche se poi è stato sconfitto l’anno successivo con la netta vittoria del Movimento per il Socialismo e Luis Arce.

Ed uno sconfitto, in Venezuela, dove ha spalleggiato il pupazzo autoproclamato Guaidò a cui la maggioranza dei paesi dell’Unione Europea ha riconosciuto come Presidente seguendo gli Stati Uniti.

Stesso discorso in Bielorussia, dove non ha riconosciuto la vittoria di Lukashenko.

È stato sempre in prima linea a sponsorizzare il regime golpista banderista ucraino, armandolo fino ai denti.

Ha promosso il criminale Bolsonaro in Brasile ed ha approvato e difeso tutte le aggressioni di Erdogan.

Ha fatto uccidere il generale Soleimani, eroe della lotta contro l’Isis, sfiorando la guerra con l’Iran.

La sua sinofobia è stata intollerabile. Mai ci sono state tante provocazioni degli Usa contro la Cina come sotto Trump.

Ha riconosciuto Gerusalemme capitale di Israele e promosso l’ulteriore erosione dei territori palestinesi.

Senza dimenticare l’impulso dato alla proliferazione di milizie di folli suprematisti, di sette religiose evangeliche integraliste e fanatiche e gruppi farneticanti come QAnon.

Quindi sappiamo benissimo che Trump non è né una colomba e né un Presidente anti imperialista e nemico dei poteri forti.

Ma non possiamo nemmeno festeggiare la vittoria del duo Joe Biden-Kamala Harris e dei democratici come fanno le “sinistre” occidentali e anche la sinistra radicale.

Ricordiamo tutti che i democratici USA sono coloro che attraverso ONG, Amnesty International, mercenari jihadisti o neonazisti, sanzioni economiche, hanno sempre destabilizzato o bombardato (vedi la Jugoslavia negli anni 90′ o la Libia del 2011 con risata della Clinton appena appresa la notizia della morte di Gheddafi) i paesi sovrani non allineati all’imperialismo statunitensi.

Il tutto corredato e coperto con la loro immagine di liberal, progressisti sui diritti civili, di paladini dell’ ambiente, la loro cultura liberale; e proprio su quest’ultimo aspetto le Presidenze democratiche USA sono state letteralmente deleterie non solo a livello di politica estera con guerre, destabilizzazioni, sanzioni economiche e invadenza sfacciata negli affari interni delle nazioni europee (non ci dimentichiamo l’ambasciatore statunitense sotto la Presidenza Obama che invitò gli italiani a votare si alla Controriforma Costituzionale di Renzi nel 2016) ma soprattutto a livello culturale visto che la cultura liberale, il politicamente corretto è imperante grazie a loro e ha totalmente pervaso e contaminato la “sinistra” occidentale e anche la sinistra radicale.

La “sinistra” occidentale, quella per intenderci il PD, Renzi e la Boldrini hanno sempre pensato esclusivamente ad approvare leggi sui diritti civili (vedi la Legge Cirinnà sulle Unioni Civili o la Legge Zan in questi giorni qui), ma è stata al tempo stesso la “sinistra” della Controriforma del Lavoro di Renzi che ha abolito l’Articolo 18, quella delle grandi privatizzazioni, della precarizzazione del lavoro, nonché dell’appoggio incondizionato a tutte le guerre e sanzioni economiche fatte dagli Stati Uniti.

La “sinistra” occidentale è quella che vede il fascismo e fascisti dappertutto quando poi i veri neonazisti li appoggiano in Ucraina o in Venezuela.

Quindi nessuno si stupisce della loro esultanza alla vittoria di Joe (loro lo chiamano per nome, come un vecchio amico) e di Kamala Harris.

Quest’ultima ormai è già diventata idolo delle sinistre occidentali in quanto è donna, di colore, snob e radical chic.

Poco importa se Kamala Harris è una sfacciata guerrafondaia, e ha già dichiarato che Maduro e Assad sono dei criminali dittatori o afferma che i diritti umani a Israele vengono rispettati.

Insomma ha tutte le carte in regola per essere la nuova Killary per non parlare che vista l’ età avanzata del neoeletto Presidente sarà la figura forte e il “Presidente” de facto della futura amministrazione Biden e nonché molto probabilmente futura candidata Presidente degli USA tra quattro anni.

Per non parlare che da Procuratore Generale della California si è sempre vantata dell’alto tasso di condanne di imputati che sono avvenuti sotto il suo mandato.

L’essere donna e per lo più di colore già la rende idolo.

Inoltre le posizioni di Joe Biden sono piuttosto note.

Joe Biden ha già dichiarato che “bisognerà essere duri nei confronti della Repubblica Popolare Cinese” (ricordiamo che i democratici USA hanno sempre finanziato e appoggiato i movimenti separatisti del Tibet e dello Xinjiang, con la continua esaltazione a livello mediatico della figura del Dalai Lama, che non è un caso è uno degli idoli delle “sinistre” occidentali).

Biden, in perfetto stile da Presidente Usa, da Kennedy ad oggi, su Cuba “gli Usa devono mantenere le sanzioni contro il regime comunista cubano“.

Biden lo scorso 5 ottobre ha dichiarato che “Maduro è un dittatore puro e semplice” e che gli USA continueranno le “pressioni” per ristabilire le “libertà” in Venezuela.

Biden nel 2013 dichiarò che “Assad è un tiranno che non può più guidare il popolo siriano, deve andarsene

Biden e la sua famiglia ha legami e affari poco chiari con i neonazisti in Ucraina. Hunter Biden – figlio di Joe – entrò nel consiglio d’amministrazione della Burisma Holdings, compagnia ucraina del gas, nel maggio 2014, con uno stipendio di 50 mila dollari al mese. Il figlio di Biden venne scelto nonostante non parlasse la lingua e non avesse particolari esperienze nel campo energetico. Ma venne cooptato pochi mesi dopo la decisione di Obama di affidare al suo vice il compito di seguire la transizione politica in Ucraina. Dove per transizione si intende la rivoluzione colorata che ha portato al potere in Ucraina i neonazisti in luogo del presidente Viktor Yanukovich.

Biden ha definito Kim Jong Un come un “nuovo Hitler“.

Poco importa che Biden sia un nemico giurato di Putin, definito un autocrate e sul presunto avvelenamento di Navalny dichiarò “Ancora una volta, il Cremlino ha usato l’arma preferita (un agente nervino della classe del Novicho) nel tentativo di mettere a tacere un avversario politico. È il segno di un regime russo così paranoico da non essere disposto a tollerare critiche o dissensi”.

Biden ha dichiarato “Il  mio obiettivo sarà promuovere e raggiungere la libertà per le persone che vivono sotto i regimi oppressivi guidati da Maduro, Ortega e dal regime cubano. Difenderò i valori universali della democrazia e dei diritti umani. E, a differenza di Donald Trump, proteggerò le persone che fuggono dall’oppressione di queste dittature.

Ma come sopracitato l’influenza culturale deleteria dei democratici USA è stata deleteria anche sulla sinistra radicale.

Una volta i riferimenti ideologici della sinistra radicale erano Marx, Lenin, Stalin e Mao, oggi i riferimenti sono il “Compagno” Bernie Sanders e la “Compagna” Ocasio Cortez.

Oggi la sinistra radicale festeggia la vittoria di Joe Biden, con comunicato dove le varie formazioni della sinistra radicale esprimono gioia per la “vittoria dei movimenti statunitensi per l’uguaglianza, dei Black Lives Matter“; e per la sinistra radicale negli Stati Uniti è stato sconfitto il “fascismo, il razzismo” e che bisogna essere contenti per la vittoria di Biden perché oltre a essere la vittoria dei Black Lives Matter è anche la vittoria dei “socialisti” presenti dentro il Partito Democratico dei Compagni Bernie Sanders e Alexandra Ocasio-Cortez.

Su Bernie Sanders e Alexandra Ocasio-Cortez occorre far chiarezza sulle loro posizioni prima di tracciarli come compagni, socialisti e sinceri antimperialisti.

Bernie Sanders infatti sulla Russia ha dichiarato che la “Russia non deve interferire nella Campagna Elettorale Americana“, sulla Corea Socialista l’ha definito un ” il più repressivo regime che ci sia al mondo“, su Assad lo ha definito “un criminale di guerra per l’uso di armi chimiche su uomini, donne e bambini” (sposando appieno la versione del Dipartimento di Stato USA su Assad).

La Ocasio-Cortez nel 2019 in pieno periodo dove l’Autoproclamato Presidente Guaidó veniva riconosciuto dai paesi dell’Unione Europea allineati agli USA, dichiarò che la crisi venezuelana era dovuta al “regime di Maduro“, della sua disponibilità a denunciarlo e che in Venezuela, un esempio di “democrazia fallita al pari dello Zimbabwe” andava ripristinata la democrazia ricevendo pure una risposta da parte di Pamela Anderson “ha torto a dire che il Venezuela è una ”democrazia fallita

 

Appoggia apertamente l’intervento degli Stati Uniti in Venezuela e sostiene le forze armate statunitensi e le grandi corporazioni contro le quali sostiene di stare combattendo contro … mmm.”

 

Per non parlare che sia Bernie Sanders che la Ocasio-Cortez, insieme a tutti gli altri esponenti democratici USA, hanno voluto ricordare il criminale guerrafondaio John McCain

 

John McCain è stato un eroe americano, un uomo di decenza e onore e un mio amico. Mancherà non solo al senato americano ma anche a tutti gli americani che rispettano integrità e indipendenza. Jane e io facciamo le nostre più profonde condoglianze alla famiglia.”

Bernie Sanders

 

L’eredità di John McCain rappresenta un esempio senza precedenti di umana decenza e servizio al paese. Da stagista, ho imparato molto riguardo il potere dell’umanità al governo attraverso la sua profonda amicizia con il senatore Kennedy. Ha significato così tanto per così tanti. Le mie preghiere sono al fianco della sua famiglia.”

Alexandria Ocasio-Cortez

 

Quindi gli idolatrati Bernie Sanders e Ocasio-Cortez, interpellati sulla politica estera, elemento prioritario   per ogni sincero socialista, comunista, antimperialista, non hanno affatto delle posizioni diverse da Obama, Clinton, Biden e Trump.

A testimonianza su quanto la politica dei paesi occidentali europei sia totalmente un copia incolla di quella statunitense.

Con le destre conservatrici, nazionaliste, liberiste di Salvini, Meloni, Abascal di Vox in Spagna siano tali e quali ai Repubblicani di Donald Trump anche per il loro sfacciato sionismo.

Con le sinistre occidentali, che sono tali e quali ai democratici USA di Obama, Clinton e Biden, e le sinistre radicali, ormai sono uguali alla sinistra dei democratici USA, ossia si differenziano giusto per qualche rivendicazione di tipo sociale (che poi puntualmente spariscono una volta al Governo basta vedere il Governo Tsipras in Grecia) ma in politica estera sono tali e quali ai repubblicani e democratici USA.

D’altronde non bisogna dimenticare che larga parte della sinistra radicale prima dell’innamoramento per Bernie Sanders e Ocasio-Cortez al governo votò i bombardamenti in Jugoslavia, l’intervento in Afghanistan e nel 2011, l’aggressione all’Iraq, plaudì ai bombardamenti “umanitari” sulla Libia di Gheddafi e ha applaudito a tutte le “primavere arabe” teleguidate da Washington e si sono sempre schierate dalla parte dei “ribelli moderati” in Siria e dei curdi (quest’ultimi ormai svolgono il lavoro sporco di destabilizzazione della Siria socialista e laica di Assad per conto di USA e Israele).

Come disse il Comandante Fidel Castro

Democratici e Repubblicani sono lo stesso cane con differente collare

E ahimè tocca aggiungere a questo anche la sinistra radicale, ormai vera e propria quinta colonna dell’imperialismo USA e del sionismo di Israele.

 

Andrè Decò Siciliani

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