Recensione di “Relativismo e Universalismo Astratto”

gen 21st, 2021 | Di | Categoria: Recensioni

Stefano Sirch

RECENSIONE DEL LIBRO “RELATIVISMO E UNIVERSALISMO ASTRATTO. LE DUE FACCE SPECULARI DEL NICHILISMO” DI LORENZO DORATO

 

Negli ultimi decenni, il capitalismo ha preso sempre più il sopravvento e con esso il sistema valoriale del nichilismo: da una parte abbiamo il relativismo attraverso cui la verità non può essere conosciuta, dall’altra invece esiste un universalismo, che l’autore definisce astratto, tramite il quale si vuole imporre una visione unica per tutti.

Il libro di Lorenzo Dorato indaga queste due facce del capitalismo e ci indica una via filosofica per uscire da questo annientamento dei valori sociali: il relativismo come esclusione di ogni possibilità di trovare l’essenza dell’Uomo si accompagna, nell’analisi di Dorato, in un’apparente contraddizione, all’universalismo procedurale ed astratto che esige l’uniformità dei principi non attuando il principio della “relativizzazione” (ben diverso dal relativismo sopracitato). Partendo da questi approfondimenti filosofici, l’autore stabilisce un legame tra il nichilismo, conseguenza del relativismo e dell’universalismo, e l’avanzata del capitalismo: la mercificazione e la religione della libertà e del progresso sono l’evoluzione dei disvalori di questo pessimismo sociale (niente ha valore trascendente ma solo valore economico e di scambio) e dell’universalismo con cui i diritti dell’uomo sono compressi in schemi occidentali senza alcun nesso con la realtà socio-culturale del Paese in cui, gli stessi occidentali, vorrebbero esportare, molte volte violentemente, questi stessi diritti di libertà e di progresso i quali giovano solamente a chi ha fatto del capitalismo il proprio strumento di sfruttamento.

Dorato giunge così alla conclusione che la perdita di ogni socialità e coesione comunitaria è causata sì dal capitalismo quale struttura economica ma, in special modo, dalla metafisica che sottende tutto l’apparato oppressivo: l’individualismo ed i valori pseudo-umanistici di libertà e progresso fini a se stessi. Cura di questa malattia, non è il rigetto di ogni relativismo e universalismo ma, anzi, da entrambi bisogna prendere quello che di meglio hanno da offrire: da un lato non è possibile assumere come principi base dei diritti che si fondano esclusivamente sulla società e storia dell’Occidente, per cui è necessario “relativizzare” ogni concetto evitando dogmatismi; dall’altro, è necessario cercare l’essenza dell’Uomo come essente generico e trascendentale attraverso cui trovare qualcosa che sia comune e, allo stesso tempo, specifico a tutto il genere umano.

Da qui, l’autore accoglie l’universalismo non astratto e procedurale ma bensì sostanziale: dalla critica dell’universalismo capitalista e borghese, Dorato è giunto alle fondamenta su cui ereggere il sistema valoriale socialista e comunista. Questo universalismo sostanziale si basa sulla considerazione dell’essenza dell’Uomo e sulla ricerca del Bene: durante il Novecento l’analisi marxista poggiava su considerazioni parziali ed incomplete quali la giustizia di classe e l’uguaglianza sostanziale; tuttavia non riuscivano ad entrare nel cuore della questione poiché mancava quella base metafisica la quale potesse dar “sostanza” alla lotta di classe e degli oppressi. L’autore, cogliendo nel suo scritto la vera essenza della lotta per l’uguaglianza e la libertà, riesce a trovare nella concezione del Bene la metafisica che mancava al pensiero marxista: tramite il Bene è possibile giungere alla Verità sulla natura dell’Uomo. Dorato, tuttavia mette in guardia da possibili deviazioni da questo percorso di ricerca: da un lato è possibile ricadere in dogmatismi che invece di trovare il bene finiscono per opprimere l’Uomo; dall’altro, via via che la ricerca diventa più approfondita, esiste il rischio di un relativismo che non consideri l’Uomo come ente generico ma come essente immanente e, in definitiva, non universalizzabile.

il futuro non è scritto e non è stabilito; il traguardo è ancora lontano ma il grande merito dell’autore è quello di aver indicato la giusta via per poter considerare l’Uomo quale ente trascendentale ma allo stesso tempo inserito nella realtà effettuale.

Tags: , ,

Lascia un commento