Ripartite dal Sud per ricostruire una “sinistra” socialista, comunista e nazionalitaria

nov 25th, 2022 | Di | Categoria: Contributi

 

 

RIPARTIRE DAL SUD PER RICOSTRUIRE UNA “SINISTRA” SOCIALISTA, COMUNISTA E “NAZIONALITARIA”

La maggioranza dei meridionali e siciliani che sono andati a votare alle scorse Elezioni del 25 settembre hanno votato il Movimento 5 Stelle,  nonostante non sia esente da critiche, soprattutto in politica internazionale, unico partito nello scenario politico italiano degli ultimi 30 anni che ha fatto misure sociali di sinistra quando era al governo, tra cui il Reddito di Cittadinanza, creato migliaia di posti di lavoro, bidelli, applicati di segreteria e insegnanti attraverso l’ Organico Aggiuntivo Ata e Docenti (ossia circa 75.000 persone), Superbonus 110 % anch’esso ha creato posti di lavoro e Decreto Dignità, che mise in soffitta il Jobs Act mettendo la clausola sui contratti a tempo determinato.                                                                Ma non sono stati votati solo dai percettori di Reddito di Cittadinanza, contrariamente a quello che dicono Meloni, Salvini, Renzi, Calenda, Letta e tutti i commentatori liberisti sia di destra che di sinistra, ma anche da moltissimi lavoratori meridionali e siciliani che hanno il lavoro stabile o il “posto fisso”, tra cui il sottoscritto che lavora come bidello in una scuola media di Palermo, ma che sono perfettamente consci del disagio sociale che vi è nelle terre in cui siamo nati, cresciuti e dove viviamo, di un disagio sociale fatto di povertà, alta disoccupazione, dove i nostri figli e nipoti devono emigrare per un futuro migliore. Di una realtà fatta di salari di 800 euro al mese, quando va bene, 10-12 ore al giorno, in nero, questo è il “lavoro che c’è al Sud” ristoratori, proprietari di negozi per la casa, proprietari di bar, gestori di stabilimenti e proprietari di aziende edilizie, si lamentano della “carenza di personale per colpa del Reddito di Cittadinanza”.

Noi tutti infatti abbiamo temuto la formazione di questo governo, quando la vittoria della destra era solo una prospettiva determinata dalle elezioni anticipate, ne stiamo avendo conferma, tanto scontata quanto immediata, dalla manovra illustrata ieri dalla Meloni fatta di austerità economica e liberismo puro degno delle manovre Monti, Renzi e Draghi. È un governo che rappresenta una sola parte del paese, il Nord in senso sociale e in senso territoriale. È un governo contro i poveri. Di conseguenza, con la povertà che si concentra a grande maggioranza nelle regioni meridionali, è un governo contro il Sud e Isole.

Pensiamo alla mia Sicilia e alla Campania dove ad esempio si concentrano la maggioranza dei percettori di Reddito di Cittadinanza con rispettivamente il 21,6 % e 25,6 % della popolazione. In poche parole dall’agosto 2023 e dal gennaio 2024 si ritroverebbero private di 595 euro mensili in Sicilia e di 644 euro mensili in Campania qualcosa 244.784 nuclei familiari e 604.239 persone coinvolte in Sicilia e 751.007 individui coinvolti in Campania. In altre parole, di un abitante su sette sulla totalità della popolazione, incluso quelli che il Reddito non possono chiederlo. Riuscite a immaginare le ricadute in termini di coesione sociale, incremento della criminalità, proliferazione del lavoro nero sottopagato, taglio dei consumi che si ripercuoterebbe poi sull’intera economia reale? Io ci provo e senza iperboli retoriche, anche perché il sottoscritto che vive in quartiere popolare del centro storico di Palermo, immagino uno scenario drammatico.

Un altro capitolo dell’attacco al Sud e quindi ai poveri è costituito dall’Autonomia differenziata. Il blitz finalizzato a un’approvazione lampo sembra scongiurato, almeno nei tempi brevissimi ipotizzati nelle scorse settimane dalla bozza del leghista Calderoli, ma possiamo essere certi che il provvedimento continuerà a penzolare sulle nostre teste come una spada di Damocle che se approvata sarebbe la pietra tombale per il futuro del Sud e Isole. Un’autonomia differenziata che significherebbe ulteriori tagli a sanità, scuola e stato sociale al Sud e nelle Isole.

In questo momento storico, fatto di un governo liberista destrorso che risponde solo agli interessi di una parte del paese e in particolar modo delle classi dominanti, classe media e anche alcuni settori operai del Nord, i comunisti, i socialisti e i nazionalitari, per uscire dalla crisi in cui si sono infilati da un decennio, perso voti e tessere, compresa quella del sottoscritto, militante e votante da giovane a fine anni ottanta del PCI, nonostante sia entrato a scuola come bidello a fine anni ottanta, grazie alle politiche redistributive di posti di lavoro pubblici della DC, per un brevissimo periodo del PDS per poi essere iscritto e votante di Rifondazione Comunista per tutti gli anni novanta e duemila fino al 2008, disilluso come tantissimi compagni  dal tradimento dei gruppi dirigenti, che da anni vota, in maniera critica, il Movimento 5 Stelle, devono RIPARTIRE DAL SUD E ISOLE. Nell’unica parte del paese dove si concentrano le vere classi popolari, bisognose di movimenti e partiti che portino avanti le loro istanze, e il voto al Movimento 5 Stelle ne è la dimostrazione. Attenzione, non dico che al Nord non esistano condizioni di disagio sociale e/o vertenze nel mondo del lavoro, ma tali realtà di disagio sociale sono infinitamente inferiori e oggi al Nord i lavoratori e operai settentrionali più la classe media delle partite Iva e i piccoli padroncini sono talmente abbrutiti da trent’anni di propaganda leghista e liberista che da anni votano la Lega e alle ultime elezioni hanno votato Fratelli d’Italia perché “vogliono togliere il reddito di nullafacenza ai fannulloni terroni che manteniamo con i nostri contributi”, “perché vogliamo far finire la pacchia”. Una realtà quella del Nord, che se è fortemente ostile al Movimento 5 Stelle, proprio per aver osato di fare certe politiche di redistribuzione di ricchezza verso il Sud e Isole e di contrasto alla povertà, come il sopraccitato Reddito di Cittadinanza, figuriamoci quanto possa essere ostile ai socialisti, comunisti e “nazionalitari”.

Chi tra i comunisti e i socialisti afferma che a Palermo e a Brescia, che a Napoli e a Milano, che a Cosenza e a Verona, che a Bari e a Bologna ci siano le stesse condizioni, che “Nord e Sud stanno sulla stessa barca, che non esiste una questione meridionale” è a mio avviso, scusatemi il termine, un imbecille politico.

Non si può affermare che stiano sulla stessa barca, la Provincia Autonoma di Bolzano con 42.300 euro e la Calabria con 17.100 euro Pro Capite.

E’ dà imbecilli politici fuori dalla realtà affermare che Milano e Bologna con il suo 69,8 % di tasso di occupazione e Palermo e Napoli rispettivamente con il 41 % e 29,8 % di occupazione e alti tassi di disoccupazione siano la stessa cosa.

 

Questo non è odio verso il Nord, ma semplice constatazione su come nella parte più ricca del paese ci sia maggiore ostilità verso le idee socialiste, comuniste o semplicemente socialdemocratiche, di redistribuzione della ricchezza, dove il pensiero liberista, unito all’odio sociale e territoriale sia dominante, mentre nella parte più povera ci siano praterie sconfinate dove potersi radicare politicamente. D’altronde anche in Brasile è avvenuto ciò, dove il ricco Sud e Sud-Est, dove ci sono città che hanno lo stesso Pil Pro Capite del Portogallo, ha votato in massa il destrorso reazionario liberista Bolsonaro e il povero Nord e Nord-Est, dove invece ci sono cittadine dal Pil Pro Capite della Tanzania, ha votato in massa l’onesto socialdemocratico nazionalista e anti-imperialista Lula, appoggiato dai comunisti brasiliani, e il suo programma di redistribuzione della ricchezza e politiche sociali che generano benessere sociale. Anche in Brasile si è verificato l’odio sociale e territoriale con offese razziste da parte di molti brasiliani meridionali contro i “nordestini parassiti”.

 

Al Nord e anche al Centro ci vogliono almeno 20-30 anni per ricostruire qualcosa, quindi l’obiettivo dei comunisti, socialisti e patriottici è ripartire, partecipare e appoggiare le battaglie e lotte sociali che vi sono al Sud, ma non solo, e nelle Isole contro il disagio sociale, la disoccupazione, la povertà, il razzismo di Stato praticata dal Governo Meloni, che si traduce in discriminazione territoriale ed economica e che addirittura penalizza volutamente anche la durata di vita dei suoi abitanti. Finalmente Fdi e Lega ci hanno fatto capire la traduzione concreta del motto “Prima gli Italiani”, che è riferito ai ricchi della ZTL Lumbard-Veneta a cui sono pronti a concedere l’Autonomia Differenziata, un motto che non è solo contro gli immigrati ma anche contro i poveri, specialmente se meridionali e siciliani. Ripartire dalle lotte, come dalla lotta in difesa del Reddito di Cittadinanza a quella contro l’Autonomia Differenziata, per il diritto alla casa, alla sanità pubblica, ripartire dalla rivendicazione di un grande piano statale di creazione di posti di lavoro, soprattutto nel settore pubblico, nelle scuole, negli ospedali, negli uffici pubblici, nel trasporto pubblico locale e ferroviario, e statalizzando aziende strategiche private. In alleanza, in certi casi fortemente critica, ma in alleanza, con il Movimento 5 Stelle, l’unico partito, che possiamo definire socialdemocratico, dell’attuale scenario politico.

Il sottoscritto, che ha la fortuna di avere un lavoro, che insieme ai colleghi lavora in condizioni di sotto-organico, pulendo in maniera approssimativa dieci aule non avendo il tempo materiale, oltre a non riuscire a garantire la sorveglianza degli alunni, dato che il Governo Draghi prima e il Governo Meloni adesso, invece di investire in assunzioni di bidelli con l’organico di emergenza (come ha fatto Conte nel 2020) pensa bene usare miliardi  inviando armi a un regime nazista e fantoccio degli Stati Uniti come l’Ucraina, alimentando la guerra contro la Russia.

In questi tempi drammatici e difficili, con una guerra,  che insieme alla speculazione inasprisce la povertà di milioni di persone e riduce il potere d’acquisto dei lavoratori (anche perché i sindacati concertativi, tra cui quelli della scuola, firmano un rinnovo di contratto con aumenti assolutamente irrisori), mentre una casta di privilegiati e un piccolo esercito di benestanti fa sfoggio di opulenza, cosa altro ci serve per riavviare un meccanismo virtuoso che imponga un altro punto di vista, se non la voglia di rispondere all’odio di classe dei dominanti con l’odio di classe dei dominati??. È per questo che penso che al Sud e nelle Isole, il territorio più povero d’ Europa, ci siano oggi tutte le condizioni per far emergere un altro punto di vista. Per fare emergere un altro punto di vista fatto di giustizia sociale, redistribuzione della ricchezza, politiche sociali che generano benessere sociale, lavoro tutelato e dignitoso e sostegno ai più deboli, umanismo che non è solo figlio del pensiero marxista ma anche della migliore tradizione del cristianesimo sociale, di cui l’Italia, in particolar modo il Sud e Isole ne è patria. Dove nessuno deve essere lasciato indietro. Dove ai valori di individualismo sfrenato unito a odio sociale e territoriale si possa riaffermare i valori comunitari. A mio avviso la “sinistra” socialista, comunista e i nazionalitari possono ripartire solo dal Sud e Isole per dargli voce e rappresentanza e costruire una larga opposizione politica nel paese ai destrorsi e sinistri liberisti, alle loro politiche di austerità, privatizzazioni, di tagli allo stato sociale, alla sanità, alla scuola, ai trasporti e al loro odio sociale e territoriale.

Questo è il pensiero di un umile bidello di cinquant’anni che ha la terza media (allora non serviva il diploma di oggi), ah proposito, oggi avere la terza media per il Ministro Valditara è una colpa proponendo di togliere il Reddito di Cittadinanza a chi non ha terminato l’obbligo scolastico fissato a 16 anni (nonostante la scuola media duri 3 anni e fino ai 14), ma che grazie a una grande scuola, quale la scuola politica unito alla realtà vissuta pensa ciò su come ci possiamo emancipare noi dominati. Un bidello che pensa che fare politica è la cosa più bella che c’è, soprattutto se si è nel lato giusto della storia, e che unisce chi ha la scuola dell’obbligo con il laureato, che non odierà mai i percettori di Reddito di Cittadinanza e né gli immigrati perché sa che i nemici veri sono i vari Briatore, Santanchè, Agnelli, Bonomi, i ricchi del Nord e padroncini del Sud e Isole che appoggiano i vari liberisti di destra e di sinistra.

Lillo Provenzano Turri

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