IL PARADIGMA DELLA LOTTA DI LIBERAZIONE

nov 13th, 2023 | Di | Categoria: Politica Internazionale

 

 

IL PARADIGMA DELLA LOTTA DI LIBERAZIONE

Una data che verrà ricordata in tutti i libri di storia: il 7 ottobre 2023!

Questa data segna l’inizio delle operazioni militari della Resistenza Palestinese contro l’occupante e invasore sionista, partendo dalla Striscia di Gaza. Ma facciamo un po’ di doverosa cronologia: il 1948 segna la nascita dell’entità sionista con la conseguente “Nakba” (catastrofe) per il popolo palestinese che viveva in Palestina da sempre, costretto ad una fuga verso paesi limitrofi (Egitto, Giordania, Siria, Libano) e anche verso paesi più lontani. I paesi arabi si mossero nel corso dei decenni successivi per cacciare militarmente i sionisti, ma senza successo, sia per inferiorità tecnologica, sia per errori di tattica e strategia. Con queste sconfitte alcuni paesi capitolarono letteralmente ai piedi sionisti, in primis Giordania ed Egitto. Solo alcuni paesi continuarono ad offrire basi per i vari gruppi della Resistenza Palestinese, fra cui il Libano, la Siria, l’Iraq e la Libia.                                                                                                                                                 ANP,Le azioni della guerriglia palestinese furono una costante crescente dal 1948, ma ebbe un primo exploit con la Prima Intifada (1987), che portò dopo varie traversie ai “famigerati” accordi di Oslo, che comunque non diedero (per fortuna) nessun frutto. Si arriva così al 2000 con l’inizio della Seconda Intifada, che fu causata dalla provocatoria passeggiata del criminale di guerra sionista Sharon nella Spianata delle Moschee a Gerusalemme. Da lì divampò l’incendio di tutta la Palestina, dove scoppiò sotto la forma di una guerra asimmetrica: se da una parte c’erano le varie formazioni guerrigliere determinate, ma scarsamente armate, dall’altra c’era un esercito armato fino ai denti che represse nel sangue con quasi 4000 morti dalla parte palestinese, senza che nessun paese arabo intervenisse in soccorso del Popolo Palestinese. Dopo la morte di Yasser Arafat, l’ANP (Autorità Nazionale Palestinese) e in sostanza Al Fatah, perse prestigio sia nei territori occupati sia nella Striscia di Gaza, in quanto visto dagli stessi palestinesi come colluso con l’occupante sionista e impegnato solo a raccogliere le briciole del padrone sionista. Questa venuta meno di Al Fatah, aprì lo spazio per formazioni islamiste ben coscienti della volontà di autodeterminazione del Popolo Palestinese, quali Hamas e la Jihad, che si affiancarono ad altre formazioni storiche combattenti, come il FPLP, il FDLP e il FPLP-CG. Dal 2005 al 2022 ci furono varie operazioni militari dell’occupante sionista, soprattutto contro la Striscia di Gaza, e ci furono anche l’espansione degli insediamenti dei coloni sionisti sia in Cisgiordania sia a Gerusalemme Est, atti che comunque non si sono mai fermati, per arrivare allo spropositato atto di dichiarare l’intera Gerusalemme come capitale dell’entità sionista, ovviamente con l’appoggio dell’alleato di sempre, l’imperialismo a stelle e strisce. In questo periodo c’è da tener presente che Gaza è divenuta sempre di più un lager a cielo aperto, dove tutti i punti di accesso sono sotto il controllo sionista determinando una “non-vita” per coloro che vi abitano (circa 2 milioni e 400 mila palestinesi in poco più di 300 km quadrati). Nello stesso tempo, l’unico paese che ha dato una mano concretamente alla Resistenza Palestinese, l’Iran, ha contribuito, attraverso il Generale Souleimani (assassinato dagli americani su ordine di Trump,nel 2020) a tessere l’Asse della Resistenza. Questa alleanza ha fatto in modo che tutte le formazioni combattenti che si opponevano all’imperialismo americano e all’entità sionista, ebbero una sorta di coordinamento, nonostante le differenze politiche fra i vari gruppi: vediamo infatti fianco a fianco sia organizzazioni islamiste (sciite e sunnite) al fianco di organizzazioni più “laiche”. Veniamo ai giorni di oggi: Nel 2023, dal 1 gennaio a tutto agosto, sono stati oltre 200 i palestinesi uccisi dall’occupante sionista, e si arriva così alla data fatidica del 7 ottobre scorso. Molti benpensanti occidentali ritengono che l’azione della Resistenza Palestinese sia stata sconsiderata: a lor signori dico provate voi a vivere praticamente una vita sotto occupazione militare, con controlli e check point ad ogni chilometro, a sentirsi odiato solo perché musulmano dai coloni sionisti e oggetto di qualsiasi tipo di discriminazione nel silenzio assordante del mondo. Ebbene la fantastica azione (preparata da 1 anno) nella massima segretezza ha fatto vedere che la macchina bellica sionista si può battere: in poche ore le formazioni combattenti palestinesi sono penetrate per oltre 40 km all’interno dell’entità sionista attaccando basi militari e kibbutz di coloni ben armati, infliggendo una sconfitta mai vista (a parte quella subita dalle forze di Hezbollah, quando cacciarono i sionisti dal Libano). Le forze armate sioniste sono state prese alla sprovvista, tant’è che sono fuggite, e molti soldati, ufficiali e coloni sono stati fatti prigionieri di guerra (oltre 200). Subito è partita la campagna denigratoria del mainstream occidentale e sionista che parlava di donne stuprate, di bambini decapitati e altre sciocchezze del genere, e di conseguenza sinistroidi e destrorsi hanno alzato “scudi” a difesa dell’“unica democrazia” (sic!) del medio oriente. Il governo sionista ha dato così il via all’ operazione “spade di ferro”: da 36 giorni sta bombardando a tappeto dal cielo tutta la Striscia di Gaza, massacrando oltre 11 mila palestinesi, di cui 4500 bambini e iniziando l’invasione terrestre che sta pagando però ad altissimo prezzo (si parla di centinaia di caduti fra i soldati sionisti e di altrettanti carri armati e mezzi da trasporto distrutti dall’eroica guerriglia palestinese). A livello internazionale, neanche a dirlo l’imperialismo yankee ha addirittura mandato due portaerei e anche un sottomarino nucleare, per scoraggiare qualunque paese che volesse correre in aiuto della Resistenza Palestinese. Ma fortunatamente l’Asse della Resistenza sta funzionando: dal Libano Hezbollah sta colpendo il nord dell’entità sionista, e lo Yemen sta lanciando contro il sud attacchi missilistici. Anche la Cisgiordania conta i suoi martiri (oltre 200), ma Al Fatah continua a rimanere attore passivo. I paesi arabi e islamici, a parte Libano, Siria e Iran, parlano soltanto…i paesi europei, da buoni lacchè inviano armi all’entità sionista…e l’Italia ovviamente è in prima fila (sic!). L’opinione pubblica mondiale si sta mobilitando e in queste settimane milioni di persone sono scese nelle piazze contro i crimini di guerra sionisti nella maggior parte dei paesi. Nel 2023 il Popolo Palestinese è uno dei pochi popoli ancora brutalizzato, torturato, imprigionato (migliaia sono i prigionieri nelle carceri sioniste) e massacrato, mentre l’entità sionista (CHE NON E’ UN POPOLO BENSI’ UN COACERVO DI RAZZISTI UNITI DALL’IDEOLOGIA SIONISTA) ha fatto dell’apartheid il mezzo per governare: gli arabi-israeliani sono di fatto cittadini di serie B, con tanto di carta d’identità diversa da quella dei sionisti “puri”, gli stessi ebrei etiopi (falascia) non sono accolti (in quanto scuri di carnagione) e i pochi che ci sono vivono insieme ai palestinesi a Gerusalemme est, stessa cosa accade agli ebrei anti sionisti, denigrati e arrestati. Il sionismo è di fatto un’ideologia razzista e suprematista (non è un caso che i sionisti collaborarono fattivamente con i nazionalsocialisti tedeschi), che mira a fare piazza pulita di tutti coloro che gli si oppongono, per creare un’entità sionista che vada dal Nilo all’Eufrate. Qualcuno mi potrebbe tacciare di “antisemitismo”, ma vorrebbe dire che chi lo fa non sa neanche il significato della parola “semita”: i sionisti infatti storicamente non sono nati in Palestina, ma nei vari paesi europei. In questi giorni di lotta e massacri, si è parlato sovente di deportare la popolazione di Gaza nel Sinai…e poi toccherebbe inesorabilmente ai palestinesi del Cisgiordania, i sionisti sono i veri antisemiti! Ma la Resistenza Palestinese e il Popolo Palestinese sono determinati ad andare avanti, anche perchè sanno non c’è alternativa: o Vittoria o morte! Nonostante il mondo abbia intrapreso la strada verso il multipolarismo (BRICS+), l’imperialismo yankee non ci sta a mollare la presa, e non vuole che finisca la sua egemonia unipolare e pertanto arma i nazisti ucraini e i suprematisti sionisti, con la complicità della servile Unione Europea. Ma se la Resistenza del Donbass ha visto (dopo 8 anni) la partecipazione diretta della confinante Russia con l’operazione speciale, ben diversa è la situazione della Resistenza Palestinese, rimasta di fatto isolata (a parte Hezbollah al nord e l’intervento limitato dello Yemen a sud).

LA RESISTENZA PALESTINESE DIVIENE IL MODELLO, IL PARADIGMA DELLA LOTTA DI LIBERAZIONE PATRIOTTICA, IN NOME DEL PRINCIPIO DELL’AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI. SOLO COSI’ SI SPIEGA IL FATTO CHE APPUNTO L’ENTITÀ SIONISTA È UN’ENTITÀ ILLEGALE CHE SI È APPROPRIATA DI UNA TERRA NON SUA,E CHE GLI STESSI ACCORDI DI OSLO SONO UNA TRUFFA,LA STESSA TRUFFA CHE HA DOVUTO SUBIRE L’IRLANDA AI SUOI TEMPI (nonostante siano passati decenni l’Irlanda del nord continua a vivere sotto il dominio inglese e la Repubblica Irlandese non ha il diritto di avere una forza aerea e navale, nè tanto meno un esercito, bensì solo una polizia per l’ordine pubblico e l’Irlanda è un’isola…).

In occidente, nonostante i governi siano filo sionisti, i Popoli dovrebbero prendere ad esempio, per liberarsi dall’okkupante Yankee, dalla Resistenza Palestinese, perché questo accada gli stessi popoli devono riscoprire e riacquistare una coscienza Patriottica e di Classe. Perché la Lotta di Liberazione Patriottica è soprattutto Lotta di Classe contro i dominanti. In Palestina si sta conducendo una Lotta di Liberazione ed è nostro dovere appoggiarla, senza se e senza ma, fino alla Liberazione totale dell’intera Palestina!!!  

 

Emanuele Fanesi

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